Nidil Cgil: “In Calabria a rischio 4500 posti di lavoro nella pubblica amministrazione"

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Quattromila e 500 dipendenti della Pubblica amministrazione in Calabria sono a rischio. E' l'allarme lanciato dalla Nidil Cgil. “Il caso è particolarmente interessante e anomalo; dopo oltre quindici anni di utilizzo nei lavori socialmente utili e di pubblica utilità, i lavoratori, nel 2015 riuscivano ad ottenere un contratto a tempo determinato presso gli enti locali in cui prestavano servizio, subordinato a specifici finanziamenti regionali e ministeriali; oggi questo percorso rischia di interrompersi definitivamente con conseguenze catastrofiche, a causa di una forte riduzione dei finanziamenti ministeriali e rigidi quadri normativi che impediscono la stabilizzazione definitiva dei lavoratori”.

“Un quadro allarmante – è scritto nella nota della Nidil Cgil - che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica e classificata dall’analisi dei conti economici Eurostat regione più povera d’Europa. La vertenza, che tra l’altro risulta essere una tra le più importanti d’Italia perché riguarda migliaia di lavoratori, necessità della giusta considerazione da parte dell’attuale esecutivo politico di Governo e di tutti i parlamentari calabresi che hanno l’obbligo di rappresentare le problematiche della loro terra”.

Diverse sono state le iniziative intraprese dalle parti sociali a supporto della vertenza e rivolte all’attuale Governo – spiega la nota. In particolare la manifestazione del 16 novembre organizzata da Cgil, Cisl e Uil presso la Prefettura di Catanzaro che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori, dell’Anci Calabria e di decine di sindaci, ma che ad oggi non ha ottenuto dai ministeri competenti le opportune e doverose risposte risolutive”.

L’avvicinarsi dello scadere dei contratti e la situazione di stallo, sta generando molta preoccupazione anche tra i trecento sindaci calabresi interessati dal problema; molti di loro si dicono costretti a rimettere il proprio mandato in assenza di soluzioni positive della vertenza non essendo più nella condizione di erogare i servizi essenziali per le loro comunità. Un appello lo rivolgiamo a tutti gli organi di Governo e ai parlamentari calabresi – termina la nota - affinché trovino una soluzione definitiva alla più immane tragedia sociale che in queste ore si sta consumando in Calabria”.