Operazione “Pietranera”, venti anni di estorsioni ad imprenditori: “Tutti a processo”

Catanzaro Cronaca

Sono stati rinviati a giudizio gli otto indagati che – secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro - avrebbero imposto per anni la "guardiania" sui terreni di proprietà dei baroni Gallelli.

Il processo è scaturito dall’inchiesta “Pietranera” su una serie di estorsioni, aggravate dalle modalità mafiose, messe in atto per 20 anni ai danni dei due imprenditori di Badolato, appunto i baroni Lucia ed Ettore Gallelli, zia e nipote (LEGGI).

La decisione è stata presa dal gup del capoluogo, Paolo Mariotti, che ha accolto la richiesta del pm Debora Rizza. L’inizio del processo è stato fissato per il prossimo 10 gennaio.

I rinviati a giudizio sono Vincenzo Gallelli (di 74 anni); Andrea Santillo, (58); Antonio Santillo (29); Antonio Gallelli (38); Francesco Larocca (52); Giacomo Nisticò (51); Giuseppe Caporale (37) ed Antonio Luciano Papaleo (52).

Secondo l’accusa il gruppo avrebbe inoltre costretto, di anno in anno, gli imprenditori a concedere a propri familiari, nipoti e pronipoti i terreni per il pascolo e l’erbaggio.

Gli inquirenti sostengono che Vincenzo Gallelli, fino al mese di luglio del 2007, avrebbe fatto parte della cosca di ‘ndrangheta riconducibile a Vincenzo Gallace e a Carmelo Novella e che negli anni successivi si sarebbe poi legato al gruppo criminale capeggiato da Vincenzo Gallace.

Lucia ed Ettore Gallelli si sono costituiti parte civile nel processo, difesi dall’avvocato Michele Gigliotti.

Gli imputati sono difesi da Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino e Domenico Pietragalla.