Violenza sulle donne, la commissaria pari opportunità: “Avviare rivoluzione culturale”

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Intende proseguire “il percorso con le istituzioni e tutto il mondo della scuola, con azioni specifiche, coinvolgendo gli studenti e le studentesse, i docenti e le famiglie su quanto possa essere importante un uso consapevole del linguaggio e la diffusione della cultura del rispetto” Franca Milazzo, commissaria pari opportunità della Regione Calabria.

In un comunicato stampa la Milazzo chiede di abolire “la violenza, iniziando soprattutto dal linguaggio usato in ogni contesto del nostro quotidiano ed empaticamente torniamo ad imparare ad ascoltare l’altro”. E lo chiede alla luce di due importanti giornate che si tengono a novembre: la Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza e la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Tutti giorni si registrano ancora notizie di donne vittime di violenza: il carnefice non è necessariamente un immigrato ma spesso, molto spesso è uno di casa. Un marito, un fidanzato, un compagno; tante volte, troppe, un papà. Un papà che con la sua azione sconsiderata aggiunge vittime alla vittima: le altre vittime sono i figli delle donne uccise, gli orfani speciali. La maggior parte di loro è testimone di violenze fisiche e/o psicologiche protratte per diversi anni, spesso proprio dell’omicidio”, prosegue la commissaria.

“Alle problematiche relative alla violenza assistita per questi bambini si aggiungono altri aspetti legati alla perdita, drammatica e improvvisa, delle figure di riferimento. Oltre alla madre, nella maggior parte dei casi viene a mancare anche il padre, autore delle violenze e talvolta suicida”. Ha quindi ricordato la legge 4 del 2018 del governo Gentiloni che garantiscemaggiore tutela ai figli orfani di crimini domestici, riducendo anche le difficoltà di ordine pratico ed economico che si aggiungono al dramma della violenza e della perdita del genitore, il tutto nell’ambito delle problematiche legate al femminicidio”.

Una Legge che per Franca Milazzo “necessita di interventi migliorativi” e necessita di “Decreti attuativi”, perché “se una legge non ha gli strumenti operativi per la sua attuazione rischia di rimanere sminuita nel suo valore. Le Regioni ed i comuni in questo caso potrebbero colmare i gap di informazioni e servizi, mettendo in atto una rete di competenze sociali e psicologiche”.

“Per contrastare il fenomeno degli innumerevoli femminicidi negli anni sono state messe in atto notevoli misure repressive, primo fra tutte lo stalking, ed economiche: la Regione Calabria, guidata dal Presidente Oliverio, di recente ha provveduto a finanziare adeguatamente i centri anti violenza del suo territorio. Maturato, però, il convincimento che il fenomeno deve essere aggredito soprattutto culturalmente, a livello nazionale si è provveduto, tra l’altro, a lanciare nel 2017, con l’allora Ministra Fedeli, il “Piano nazionale per l’educazione al rispetto” finalizzato a promuovere nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado un insieme di azioni educative e formative, ispirato ai principi espressi dall’articolo 3 della Carta Costituzionale, che guarda al di là delle ideologie e delle varie appartenenze politiche”.