Traffico di gasolio agricolo, un business da oltre 53 mln. Coinvolte imprese calabresi

Calabria Cronaca

Ci sono anche imprese della Calabria tra le sei coinvolte in un’indagine della Guardia di Finanza di Taranto su un presunto traffico di prodotti petroliferi e che stamani ha portato ad un maxi sequestro di beni, per oltre 53 milioni di euro, ma anche all’arresto di sette persone.

Nell’operazione, denominata “Oro Blu” figurano un totale di 58 indagati, oltre al coinvolgimento di 20 imprese di autotrasporti della Puglia, Campania, Basilicata e Calabria e altre 82 persone tra intermediari di commercio nel settore dei prodotti petroliferi e autotrasportatori.

Nei confronti di quest’ultimi sono stati ipotizzati i reati di truffa e falsità ideologica.

Gli investigatori, in pratica, ritengono di aver individuato una “consolidata” organizzazione criminale operante nel territorio jonico, che acquisiva la disponibilità di ingenti quantitativi di gasolio agricolo, proveniente da vari depositi ubicati anche fuori dalla Puglia, prevalentemente in Campania e nel Lazio, utilizzando della documentazione falsa dalla quale risultava che il prodotto era destinato a soggetti legittimati a riceverlo.

In realtà, il gasolio - complessivamente quantificato in 81 milioni e mezzo di litri – sarebbe finito sul “mercato nero” alimentato dalla “incessante domanda” del prodotto che i presunti vertici dell’associazione ricevevano da un consistente bacino di clienti.

Uno degli autoarticolati utilizzati per il traffico, già sequestrato nel dicembre del 2015 e sottoposto a vincolo cautelare, è risultato addirittura indicato in un’epoca successiva nei documenti di accompagnamento; elemento che dimostrerebbe come il sodalizio falsificasse i documenti e le annotazioni sui registri di carico e scarico dei carburanti per impedirne la tracciabilità.

L’attività investigativa, durata due anni, è consistita in pedinamenti, osservazioni, accertamenti bancari, analisi documentali che hanno permesso di intercettare cinque distinti trasporti illeciti di prodotto energetico con l’accisa agevolata e sequestrare altrettante motrici con rimorchio che trasportavano 79 mila litri di gasolio agricolo.

I BENI SEQUESTRATI

I sigilli sono stati apposti esattamente a beni per 39 milioni e 151 mila euro relativi all’importo delle accise che si ritiene siano state evase e di 14 milioni e 109 mila euro relativi all’indebito risparmio dell’Iva.

Tra questi beni figurano sei depositi commerciali di oli minerali a Palagiano, Scanzano Jonico, Aliano, Somma Vesuviana, Torre Annunziata e Fiumicino; 25 motrici e 16 rimorchi impiegati per i trasporti.

L’operazione è stata condotta dalle fiamme Gialle di Taranto e dall’Ufficio delle Dogane del capoluogo pugliese. L’ordinanza degli arresti domiciliari è stata emessa dal Gip di Taranto Benedetto Ruberto, eseguita nei confronti delle sette persone, sei delle quali residenti nel tarantino ed una nell’avellinese.

I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla sottrazione di prodotti petroliferi all’accertamento ed al pagamento dell’accisa, truffa e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo delle indagini dirette dal Lanfranco Marazia, Sostituto della Procura della Repubblica.