Romeo (CasaPound): “La Calabria non è Mimmo Lucano"

Reggio Calabria Attualità

L’isterismo di una certa sinistra che giustifica e copre i propri crimini e criminali ha avuto il suo sfogo più becero in questi giorni successivi all’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che salutava al grido di “bella ciao” i suoi adepti dalla finestra di casa, eludendo anche le restrizioni imposte dai domiciliari”- esordisce così Federico Romeo, coordinatore regionale del movimento CasaPound..

“Dopo gli appelli degli antifascisti, dei radicali, della Boldrini e di Beppe Fiorello – prosegue l’esponente della tartaruga frecciata - al grido di ‘restiamo umani’ o ‘siamo tutti con Mimmo’, alcuni cittadini di Riace e della Calabria tutta iniziano ad alzare la testa e a dirsi sollevati dai provvedimenti presi dal GIP nei confronti dell’ex santone-benefattore che ha lucrato sui migranti. I capi d’accusa sono chiari: sfruttamento dell’immigrazione clandestina, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti.

Certo che ci saremmo aspettati un atteggiamento differente dalla sinistra italiana: non dovrebbero essere proprio loro i primi indignati dalle intercettazioni e dai capi d’accusa? Non dovrebbero essere loro, garantisti solo sulla pelle dei propri amici di partito e di bandiera, a chiedere chiarezza alla magistratura? Ed invece abbiamo visto palesarsi il vero volto della sinistra italiana, che ha ben pensato di tacciare tutti i calabresi che non difendono Lucano come dei mafiosi ed omertosi, oltre che razzisti. Fioccano sui social offese e minacce (democratiche ovviamente e lecite perché a farle sono ‘loro’) da parte di esponenti di sinistra che attaccano chi non è disposto a chinare il capo al sistema del business dell’accoglienza sregolata".

“Non accettiamo lezioni né buonismo. I veri calabresi - prosegue Romeo -sono quelli che vogliono restare in questa terra e lavorare onestamente senza più vedere figli e nipoti andare via a studiare e lavorare altrove. I veri Calabresi non vogliono vedere ripopolata la terra dove sono nati e cresciuti da stranieri, da immigrati clandestini che non preserveranno le nostre tradizioni. Noi vogliamo essere padroni della nostra Regione. Vogliamo che i nostri figli portino avanti le storie identitarie di questi luoghi. Non vogliamo essere di certo assoggettati da signori come Lucano che si fingono avanguardia e sono solo disfatta, né tanto meno abbiamo paura di dire no al sistema della sinistra alla quale chiediamo come mai non ha fatto nulla per portare lavoro al Sud d’Italia e portare avanti la lotta alle mafie nel periodo nefasto e lungo in cui era al Governo”.

“Alle persone che erano a Riace sabato scorso - conclude il coordinatore di CPI - chiediamo di tenersi stretti soggetti come Lucano, magari di emigrare loro stessi visto che non vogliono il bene della Calabria. Faremo volentieri a meno di voi. Da parte nostra cercheremo di rendere migliore la nostra terra al grido di: prima i calabresi, prima gli italiani!”.