Gratteri chiude Leggere&Scrivere, e avverte: “Sulla Pa faremo cose importanti”

Vibo Valentia Attualità

“Faremo cose importanti sulla burocrazia, lo zoccolo duro”, poi un monito: “Essere più duri dei magistrati” riferendosi alla politica, anche presente in sala, invitandola a impegnarsi, allenarsi “a essere generosi” perché “insieme possiamo cambiare la Calabria”.

Ha parlare è il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri che ha chiuso il festival Leggere&Scrivere, giunto all’ultima giornata.

Poi il capo della Dda ha ricordato che tra poco uscirà il suo quindicesimo libro: “siamo partiti con Nicaso – ha raccontato Gratteri - quando abbiamo sentito un docente di criminologia che non conosceva la differenza tra ‘locale’ e ‘ndrina’ e da qui siamo andati nella casa editrice di Walter Pellegrini.

GLI ‘NDRANGHETISTI AGLI ESAMI CON LA PISTOLA

Il riferimento è a “Fratelli di sangue”, cui la Mondadori ha acquisito i diritti. “Ho sentito un’intercettazione tra ‘ndranghetisti – ha spiegato il procuratore – e uno dice all’altro: ‘statti zitto, non sei manco nel libro di Gratteri’. Le mafie per esistere hanno bisogno di pubblicità, tutti devono sapere loro chi sono. Ancora, in 15 libri, non mi ha denunciato nessuno”.

“Perché questa scelta?” ha chiesto la giornalista Paola Bottero in apertura. “Non si sa quello che accade. Faccio questo lavoro perché, abito a Gerace – ha detto il Procuratore antimafia – vedevamo morti a terra. Abbiamo visto o siamo stati toccati dagli ‘ndranghetisti. Molti dei miei compagni non hanno avuto la fortuna di nascere in famiglie oneste, si sono persi per strada, alcuni sono morti ammazzati. Sono un miracolato, era un periodo in cui la ‘ndrangheta condizionava in modo pesante la zona di Locri e Siderno. Sono stato all’Università di Messina dove gli ‘ndranghetisti andavano a fare gli esami con la pistola, questo il clima”.

MAI COMPROMESSI, NULLA È GRATIS

“Come vivo ogni giorno?” si è domandato, poi il magistrato ormai perennemente sotto scorta: “Continuo a dire quello che penso e questo non mi ha facilitato la carriera. Ma dire le cose che si pensano a chiunque, soprattutto ai più forti, è un lusso. Non bisogna accettare mai compromessi e attrezzarsi culturalmente, nulla è gratis. Fidatevi dei vostri genitori, uniche persone che non vi tradiranno mai” ha aggiunto.

Un Gratteri “irriverente”, così si definisce davanti all’Auditorium dello Spirito Santo gremito di gente accorsa per ascoltarlo.

Ho imparato a controllare la mimica facciale del criminale incensurato. Ho impiegato due anni per costruire la Procura di Catanzaro che aveva grandi contenuti. Magistrati seri, bravi e soprattutto onesti. Il mio compito – ha proseguito Gratteri – è di caricarli come sveglie. Poi ho fatto la spola con Roma facendo arrivare investigatori di primo piano. Siamo molto bene attrezzati ma dobbiamo rafforzare le stazioni con personale e qualità: quando è venuto il ministro dell’Interno ad agosto gli ho sottoposto questa problematica, dal 2010 sono state bloccate le assunzioni. Ho chiesto di sciogliere la Dia che ci farebbe risparmiare milioni di euro”.

Infine, sulla Dia: “Manca il coraggio alla politica – ha spiegato alla platea - hanno paura che i giornali titolino ‘smantellata Dia, voluta da Falcone’. Bisogna smettere di speculare sulla morte di Borsellino e Falcone. So per certo che Falcone ad alcuni presenti alle manifestazioni di commemorazione non avrebbe dato neanche la mano”.