Mafie, Leggere&Scrivere: Badolati presenta il suo libro

Vibo Valentia Tempo Libero

Continua a Leggere&Scrivere 2018, nell’ambito della sezione “Calabria fabbrica di cultura”, il racconto delle mafie e della semantica che ruota intorno a esse. Dopo l’incontro di ieri con il cronista Attilio Bolzoni è tornato a palazzo Gagliardi Arcangelo Badolati per presentare il suo volume Santisti e ‘ndrine. Narcos, massoni deviati e killer a contratto (Pellegrini, 2018).

Badolati, scrittore e giornalista, ha conversato sui loschi affari delle cosche calabresi oggetto del suo ultimo lavoro editoriale con don Ennio Stamile di Libera e il sindaco di Vibo Valentia Elio Costa. Dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici alla gestione del mercato dei reperti archeologici e del mercato mondiale degli stupefacenti, i boss occupano ogni fetta dell’economia ma “continuano a rimanere fedeli ai riti e ai simbolismi antichi ispirati ad una setta criminale spagnola in realtà mai esistita”, ha spiegato il giornalista.

Il volume di Badolati, che contiene documenti ufficiali e sentenze dei tribunali, parte dalla nascita delle organizzazioni criminali e in particolare della ‘ndrangheta. “Dai mammasantissima come Girolamo Piromalli, Antonio Macrì, Mico Tripodo, alle ‘ndrine dei sequestri e delle stragi che hanno attaccato il cuore dello Stato con i corleonesi. E per ultimo i boss che oggi lavorano con i narcos del Sud America. Sono alcune delle storie del libro che raccontano la scalata al potere della mafia calabrese” ha continuato Badolati.

Vengono descritte nel volume anche le due facce della Chiesa, quella dei preti compromessi e delle processioni che sostano davanti casa dei boss, di don Stilo di Africo o don Antonio Esposito (il prete con la pistola), ma anche quella che si ribella alla violenza mafiosa. “Come ci dobbiamo comportare noi sacerdoti?”, ha detto don Stamile. “È importante capire come si è evoluta la pervasività della ‘ndrangheta che condiziona questa meravigliosa terra. Fa bene Badolati a darci questa possibilità di approfondimento e di autocritica per la Chiesa. Non sbagliamo mai?”, si è chiesto ancora il sacerdote antimafia, “più di un errore è stato fatto. Ma oggi per la prima volta lo ‘ndranghetista o chi lo favoreggia non può fare da padrino o essere testimone di nozze, provvedimenti mai presi che seguono l’importante azione di Papa Francesco”.

Due elementi delle ‘ndrine presenti nel libro si ritrovano, secondo Stamile, nei principi e nella cultura della Chiesa. “Anche la ‘ndrangheta si nutre di riti e simbolismi che si tendono a cambiare perché le forze dell’ordine hanno scoperto tutto, e poi c’è la fratellanza. Vogliamo schierarci contro la ‘ndrangheta e dire no ai soldi dei boss per costruire chiese? È un’azione che noi sacerdoti dobbiamo fare”, ha concluso il referente di Libera.