LETTERE. Sanità, Medico: malati calabresi commissariano il commissario

Calabria Salute

Riceviamo in redazione e pubblichiamo lettera firmata di un medico di famiglia che svolge la sua attività a Catanzaro, Giacinto Nanci:

“Sì, dovrebbero essere i malati calabresi a commissariare l’attuale commissario per l’attuazione del piano di rientro sanitario e con lui i ministri della salute e dell’economia. Dovrebbero commissariare anche, per omissione di soccorso, il governatore della regione Calabria Oliverio. Dovrebbero avere la possibilità di farlo perché dopo otto anni di commissariamento della sanità calabrese lo stesso ministero della salute si accorge che nel 2016 l’applicazione dei LEA (LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA) in Calabria non solo sono “inadempienti” ma sono ulteriormente regrediti rispetto al 2015. Inoltre, il disavanzo sanitario per l’anno 2017 della regione Calabria supera i cento milioni di euro.

Visto che il piano di rientro e il commissario per la sua attuazione avevano come compiti: 1) il risanamento finanziario e 2) la corretta applicazione dei LEA è evidente il loro totale fallimento, e se il fallimento si perpetua dopo molti anni della loro attivazione non ci vuole molta intelligenza per comprendere che o non ha funzionato il commissariamento oppure che il piano di rientro è ingiusto e i problemi della sanità calabrese sono di altra natura. E lo sono perché è ormai risaputo che il sistema sanitario calabrese è da oltre 20 anni (dal 1998) sotto finanziato a fronte della presenza in Calabria di un numero di malati cronici molto al disopra della media nazionale.

Infatti, vige dal 1998 il criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni basato sul calcolo della popolazione pesata che accredita alla regione Calabria molti meno fondi pro capite (e a tutto il sud Italia) della media nazionale. Se a ciò si aggiunge che in Calabria ci sono tra i suoi due milioni circa di abitanti oltre duecentomila malati cronici in più si comprende che i soldi assegnati non potevano bastare per curarli ed è questo il vero motivo dello “sforamento” della spesa sanitaria calabrese.

La risposta dei governi passati e finora dell’attuale è stata l’imposizione del piano di rientro e del commissario che ha significato ulteriori tagli al già grave suo sottofinanziamento a fronte di una maggiore numerosità di malattie croniche. Ed è per questo che dopo otto anni di “oculata” gestione dei conti della sanità calabrese da parte dei commissari per l’anno 2017 persiste un grave “sforamento” di oltre cento milioni di euro. Ed è per questo che l’applicazione dei LEA è peggiorata. Se i malati sono assai li devi comunque provare a curare e i pochi soldi non possono bastare (da qui il presunto sforamento) e comunque non li puoi curare bene (da qui i LEA che si abbassano).

Se quindi il vero motivo del degrado della sanità calabrese è il suo ultradecennale sottofinanziamento a fronte di una maggiore prevalenza di patologie croniche si comprende che il commissariamento non avrà mai fine come gli ultimi dati appena riportati dimostrano. La conclusione è che dopo questi otto anni di piano di rientro l’aspettativa di vita in Calabria invece di aumentare, come nel resto d’Italia, diminuisce e si muore prima a parità di malattia sempre in rapporto al resto d’Italia.

Ecco perché i malati calabresi dovrebbero avere la possibilità di “commissariare” il commissario Scura che essendo al corrente di quanto appena esposto sarebbe dovuto andare a Roma e chiedere i giusti finanziamenti per poter continuare a fare il commissario altrimenti fa il lavoro degli scafisti che portano i profughi a morire nel mediterraneo. Quando si muore o annegati o di malattia sempre di morte si tratta. I malati calabresi dovrebbero poter commissariare i ministri dell’economia e della sanità che vidimano preventivamente le leggi del commissario Scura prima della pubblicazione e che hanno abbondanza di documenti che certificano il sottofinanziamento della sanità calabrese a fronte della sua maggiore “comorbilità”.

Infine, i malati calabresi dovrebbero poter “commissariare” il presidente della regione Calabria per “omissione di soccorso” in quanto ha sempre omesso di andare alla Conferenza Stato-Regioni che è l’istituto che decide il criterio del riparto dei fondi sanitari alle regioni e dove da molti anni è aperto il problema della modifica dei criteri del riparto dei fondi sanitari. Il vero risanamento della sanità calabrese si fa con la ripartizione dei fondi in base alla numerosità delle malattie dove ci sono più malattie più soldi, come in Calabria. E lo sanno tutti quelli che dovrebbero essere commissariati dai malati calabresi”.


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