Wikileaks: Usa, ponte stretto? Grande beneficio a mafia, è Calabria la vera isola

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Il ponte sullo Stretto

La mafia potrebbe essere "tra i principali beneficiari" della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, che comunque "servirà a poco senza massicci investimenti in strade e ferrovie" in Sicilia e Calabria.I politici italiani? "Fanno poco" nella lotta al crimine organizzato, mentre la Chiesa cattolica deve "cooperare di più". E' l'analisi del diplomatico americano J. Patrick Truhn, console generale a Napoli, contenuta in cinque dispacci datati tra il 2008 e il 2009 e pubblicati da Wikileaks. Il diplomatico americano cita anche Roberto Saviano che dice agli Usa: contro la mafia c'é "scarso impegno a livello nazionale". In quello più recente, del 15 giugno 2009, Truhn analizza la situazione in Sicilia, dopo lo scontro politico tra Raffaele Lombardo e "il partito del premier Silvio Berlusconi", e l'incertezza politica che tra le altre cose ha "bloccato una operazione americana per la trivellazione del gas e minaccia di rinviare un importante sistema di comunicazione satellitare della Marina statunitense". Il principale beneficiario del ponte sullo Stretto "potrebbe essere" quindi la mafia, di entrambe le sponde, "semmai verrà costruito", e comunque "servirà a poco senza massicci investimenti in strade e infrastrutture in Sicilia e Calabria". Il paragrafo è intitolato, forse con involontaria ironia, "The Bridge to More Organized Crime" (Il ponte per un crimine più organizzato, ndr). In un altro dispaccio del giugno 2008, il console Usa scrive che "anche se le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, almeno in alcune aree, stanno dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale". La Chiesa cattolica poi viene "spesso criticata per non assumere" forti pubbliche posizioni contro il crimine organizzato, quei "pochi preti che lo fanno" finiscono sotto scorta, quindi "Washington potrebbe considerare" di cercare una "maggiore cooperazione" con il Vaticano. Nel dispaccio, intitolato "La Calabria può essere salvata?" invece, si riporta un viaggio che il console americano e il suo staff effettuarono nel novembre del 2008 "in tutte le cinque province calabresi". La prima notte, fu spesa "nel caotico capoluogo, Catanzaro", dove Truhn aveva in programma un incontro con il presidente della Regione. "Dopo aver declinato ripetutamente la nostra richiesta per un appuntamento durante l'anno, Loiero alla fine ci ha ricevuto", é il resoconto del diplomatico, parlando con il quale Loiero "si è lamentato della cattiva immagine della regione e ha evidenziato che la criminalità organizzata, i mercati relativamente inaccessibili e le povere infrastrutture si fondono per scoraggiare gli investimenti nella regione". Tuttavia Loiero non "é stato in grado di fornire alcuna soluzione" alternativa "piuttosto che un'idea per rendere i prestiti a basso tasso di interesse disponibili, grazie ai fondi strutturali dell'Ue, per le piccole e medie imprese". E, quando il console generale gli ha chiesto se la Sicilia, "dove i cittadini e le associazioni industriali si sono uniti all'applicazione della legge opponendosi attivamente alla criminalità organizzata, potrebbe servire da modello", Loiero ha risposto così: "Siamo noi la vera isola".