L’esempio di “Enzo”. Reni e fegato espiantati a Crotone, quattro vite salvate in una notte

Crotone Salute

Un gesto d’amore gratuito, di grande valore civico e morale. La forza ed il coraggio di una famiglia che nel momento del dolore ha saputo aprire il cuore alla sofferenza altrui, decidendo di donare gli organi del proprio familiare, deceduto per un’emorragia cerebrale spontanea.

A darne notizia sono Rosalia Boito, Presidente dell’Aido di Crotone e Francesco Bossio, Coordinatore donazione organi e tessuti dell’Ospedale di Crotone.

Il prelievo degli organi e la successiva donazione sono stati operati nella notte di sabato scorso, nel nosocomio pitagorico, dopo il decesso di un uomo, Enzo, che aveva espresso la sua volontà di donare gli organi in caso di morte. Un desiderio - spiegano i due medici - che i suoi familiari hanno voluto onorare e rispettare.

La Commissione prevista dalla legge, formata da un medico rianimatore, dal Direttore Sanitario ospedaliero e da un Neurologo, ha certificato, dopo 6 ore di osservazione, la morte del paziente e dato, conseguentemente, il via al percorso di espianto.

Nel corso di quest’anno è la seconda volta che un’equipe dell’Ospedale di Cosenza parte alla volta del nosocomio di Crotone per donare speranza a pazienti in attesa di trapianto.

Durante tutta la giornata di sabato e di tutta la notte successiva, in rianimazione ed in sala operatoria, gli specialisti bruzi con la collaborazione di infermieri ed operatori sanitari pitagorici, si sono così prodigati nel delicato compito di prelevare i reni di Enzo.

Il fegato, invece, è stato prelevato da un’equipe dell’Azienda Sanitaria San Camillo Forlanini di Roma, arrivata nella notte a Lamezia con un aereo militare e va segnalato, purtroppo, come il velivolo non sia potuto atterrare direttamente nello scalo di Crotone, per cui i tempi si sono allungati di un’ora e mezzo sia per raggiungere la città jonica da Lamezia che per poi ripartire.

L’Aido, vicina al dolore dei familiari del deceduto, ha voluto ringraziare la famiglia di Enzo ricordando come altre persone potranno ora continuare a vivere grazie al suo altruismo, sottolineando anche che “questi esempi sono i più incisivi per promuovere la cultura della donazione”.

Un piccolo miracolo - affermano Boito e Bossio - che si compie quando si accerta l’idoneità di un donatore ed i familiari non si oppongono al prelievo degli organi dopo la morte cerebrale. È un motore complesso che si mette in moto i cui vari pezzi devono lavorare in sincronia, in tempi ristretti e nel migliore dei modi”.

È così che dal Direttore Sanitario Ospedaliero al Primario dell’Anatomia Patologica, dai medici e infermieri della rianimazione agli infermieri e strumentisti della sala operatoria, dai neurologi al tecnico neurofisiopatologo, dai colleghi del Laboratorio Analisi agli autisti del Suem 118 che hanno assicurato i collegamenti con l’aeroporto di Lamezia, tutti hanno collaborato per la riuscita della complessa operazione”, hanno proseguito i due professionisti.

Francesco Bossio, in particolare, ha espresso ai familiari, a nome dell’Azienda, un ringraziamento “sentito e profondo, perché con questa donazione si è potuto dare corpo alle speranze di più persone in grave difficoltà e in attesa di un organo. Il più efficace degli esempi, la realizzazione di un messaggio che l’Aido di Crotone invia a tutta la cittadinanza per promuovere la cultura della donazione”.

La moglie Bina e i figli, Francesco e Noemi, pur nel dolore del momento - ha aggiunto il medico - hanno sopportato comunque con dignità e fattiva collaborazione con i medici della rianimazione non hanno permesso che fosse vana la morte di Enzo”.

Un esempio concreto di come la comunità civile, in questo caso una famiglia, può aiutare il sistema sanitario ad esprimersi al meglio e a dare risposte alla domanda di salute della gente.

Con questa donazione potenzialmente quattro pazienti in lista di attesa possono tornare a vivere in pienezza.