Banche e imprese: interessi elevati e prestiti in discesa, in Calabria i tassi più alti

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In tutto il Meridione le piccole imprese pagano tassi di interesse particolarmente alti, toccando il picco più elevato, dell’8,95%, in Calabria, dove si registra una quota di crediti deteriorati di oltre un terzo.

Una situazione che rimane allarmante per Confartigianato Imprese Calabria, tenuto conto della timida ripresa nel corso del 2017 dei prestiti alle imprese, con una crescita modesta di appena lo 0,9%.

E se è vero, in base al report della Banca di Italia, che si registra anche un aumento del 2,1% dei prestiti bancari nel settore privato non finanziario (1, 5 nel 2016), tanto per le famiglie consumatrici che per le imprese, si tratta comunque di un incremento della domanda debole tanto sul fronte del credito bancario che su quello alle imprese.

Una crescita a livello territoriale proseguita con minore intensità rispetto all’anno precedente. Le richieste di finanziamento sono state alimentate dalle imprese della manifattura e del terziario, mentre nelle costruzioni la concentrazione della domanda dei prestiti si è arrestata.

Il calo costante dei prestiti registrato dal 2012 in poi ha lasciato il posto, ad aprile 2018, ad un timido bagliore positivo, di fronte al quale Confartigianato Calabria ha voluto rispondere sottoscrivendo un accordo di collaborazione con un istituto bancario per avviare un programma di sostegno alle microimprese.

Si tratta di un finanziamento massimo concedibile di 25mila euro, garantito sino all’80% del Fondo di garanzia per le Pmi, e finalizzato all’acquisto di beni e di servizi, al pagamento di retribuzioni ai dipendenti, al sostegno dei costi per corsi di formazione.

CRESCE IL DEBITO DELLE FAMIGLIE

Se le imprese non sorridono non lo fanno neanche le famiglie italiane, indebitate per un importo medio di circa 20 mila euro. I “passivi” accumulati con le banche e gli istituti finanziari ammontano a quasi 534 miliardi di euro.

A decretarlo, in questo caso, i dati dell'Ufficio studi della Cgia, riferiti al 31 dicembre scorso e che sentenziano come dal 2014 l'andamento sia costantemente in crescita con un debito che, negli ultimi tre anni, è salito a 40,6 miliardi di euro (+8,2 per cento) riconducibile per lo più al fatto che gli istituti di credito sono tornati a prestare i soldi alle famiglie.

Un fattore questo che – per alcuni - è determinante per l’economia, considerando come il 60 per cento circa del Pil nazionale sia proprio riconducibile ai consumi dei nuclei familiari.

I dati della Cgia, infine, evidenziano come le famiglie lombarde siano le più "esposte" con le banche. Agli ultimi posti della graduatoria nazionale, invece, quelle residenti nel profondo Sud.

Come quelle calabrese: nel reggino, ad esempio, registrano un debito di poco più di 10 mila euro; nel vibonese di 9.411.