Ecomostro abbattuto dopo 23 anni, Legambiente: “ottimo impegno delle istituzioni”

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Legambiente Calabria commenta la notizia dell’abbattimento di una costruzione abusiva di proprietà della cugina del boss Nicola Arena di Isola Capo Rizzuto (LEGGI LA NOTIZIA).

“Ci auguriamo che questo come altri abbattimenti rappresentino l'agire comune di molte amministrazioni per mettere in campo una lotta seria contro gli ecomostri e l’abusivismo edilizio, contro la mentalità della prepotenza e del silenzio”.

“La costruzione in località Cannella – prosegue la nota - andava a deturpare ingiustamente una delle zone naturali più belle della costa del crotonese per lo più nella zona dell’Area marina protetta, ora finalmente è stato compiuto un passo avanti contro l’illegalità. Le intimazioni di abbattimento notificate in passato erano cadute nel vuoto quindi ancora di più non si può che essere oggi soddisfatti per la decisione della Commissione Prefettizia, che guida il Comune di Isola Capo Rizzuto, che ha deciso l’intervento immediato dell’abbattimento della costruzione, e per la sollecitazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, che ha messo in campo un’attività a tappeto contro l’abusivismo”.

“Non sono bastati gli abbattimenti delle 20 villette a Capocolonna perché ancora qui avvengono colate di cemento e realizzazione di tettoie in pieno parco archeologico prive di autorizzazioni e rappresentano una deturpazione della bellezza dell'area. Molto resta da fare contro il cemento illegale in Calabria, sembra una lotta impari con amministratori a volte compiacenti e silenti rispetto all'abusivismo.

Legambiente ricorda agli organi di competenza che ci sono tante altre situazioni di abusivismo che vanno risanate come nel comune di Petilia Policastro e in quello di San Giovanni in Fiore, non auspichiamo che alle amministrazioni democraticamente elette si sostituiscano Commissioni Prefettizie per procedere a demolizioni o ad attuazione di ordinanze stesse”.

Per Legambiente in sostanza urge attuare “provvedimenti anche sul consumo di suolo su tutta la Regione tenendo conto che dall’ultimo rapporto Ispra la Calabria è una di quelle regioni che registra un consumo di suolo soprattutto nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica e registra, anche se non notevole, un incremento generale di consumo di suolo rispetto al 2016”.

Ed in conclusione l’esortazione agli organi di competenza da parte dell’associazione ambientalista è “la tutela dei tratti costieri, da attuare col contrasto agli interventi edilizi devastanti, come quello di Montepaone che legalizza un abuso edilizio di 50mila metri cubi di cemento sul mare”.

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