Truffa all’Arcea. Incassano i contributi agricoli ma i terreni erano “finti”

Cosenza Cronaca

L’accusa è che avrebbero percepito indebitamente dall’Arcea contributi agricoli per poco più di 331 mila euro dichiarando all’agenzia regionale di avere la disponibilità di terreni altrui, forti di contratti cosiddetti “unilaterali” e “bilaterali”, ma falsificando in quest’ultimo caso la firma dei veri proprietari dei fondi, anche enti pubblici, risultati però all’oscuro degli accordi.

Su questa basa stamani i finanzieri di Sibari – su ordine del Gip del Tribunale di Castrovillari - hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie a quattro persone, un intero nucleo familiare di Cassano all’Ionio, titolari di altrettante aziende agricole: si tratta di L.F. di 65 anni, M.V. di 55, A.F. di 31 ed E.F. di 30.

Il provvedimento arriva al termine di una complessa e articolata indagine di polizia economico-finanziaria che avrebbe consentito di accertare degli elementi di prova sul fatto che gli imprenditori abbiano ottenuto indebitamente i contributi tra il 2012 ed il 2017.

Le investigazioni si sono concentrate a verificare la legittimità dei titoli dichiarati dagli indagati per giustificare le erogazioni pubbliche ottenute, e scoprendo che gli stessi, tra l’altro, avrebbero ripetuto lo stesso “metodo”, indicando gli stessi terreni, i modelli di contratto e le dichiarazioni con l’identico contenuto così da dimostrane la disponibilità.

Al termine, le Fiamme Gialle di Sibari hanno segnalato tutti familiari, in concorso tra loro, per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto le richieste della Procura e condividendo le ricostruzioni investigative dei Finanzieri, ha così emesso il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche per equivalente, nei confronti degli indagati. I sigilli sono stati apposti su beni mobili, immobili, denaro ed altre utilità nella disponibilità dei quattro, fino alla concorrenza dell’importo complessivo di circa 331 mila euro.

Durante l’esecuzione del provvedimento, le Fiamme Gialle hanno individuato i rapporti finanziari intrattenuti dagli indagati con vari istituti di credito, e dopo averne accertata la consistenza hanno proceduto al sequestro dell’intera somma che è stata trasferita al Fondo Unico di Giustizia, dunque a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.