Convegno sull’impatto delle tecnologie alla Cciaa di Crotone

Crotone Attualità
L’Impatto delle nuove tecnologie sulla giustizia e gli effetti sull’economia locale ha ispirato il tema del convegno che si è svolto alla Camera di Commercio di Crotone.

Stamane all’evento moderato da Pasquale Motta – Direttore de “Lacnews24.it”, erano presenti anche gli Ordini degli avvocati e dei commercialisti ed esperti contabili di Crotone.

“In un ambiente carico di rischi, a partire da quelli legati alla criminalità, è necessario riequilibrare i rapporti che coinvolgono le imprese, soprattutto le piccole imprese, nell’ambito di un’economia sana. Le nuove tecnologie a supporto di un’amministrazione della giustizia più rapida ed efficiente possono favorire questo riequilibrio” - ha affermato il
presidente Pugliese introducendo i lavori.

Presente anche il Prefetto di Crotone, Cosima Di Stani, che ha sottolineato le maggiori opportunità di sviluppo economico derivanti dall’innovazione tecnologica e al contempo le minacce legate all’utilizzo dei nuovi strumenti anche da parte della criminalità organizzata.

“Uno sviluppo serio non può prescindere dal fattore legalità. Fattore legalità né malleabile, né disponibile ma valore assoluto” - ha affermato il Prefetto, sottolineando come anche le recenti operazioni di magistratura e forze di polizia stiano portando alla luce fattori estortivi con pesanti impatti sullo sviluppo economico.

In rappresentanza del Comune di Crotone è intervenuto il Vice Sindaco Benedetto Proto che ha evidenziato come l’innovazione tecnologica stia mutando il volto della PA: “nelle fasi di passaggio, l’imposizione dell’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici, crea dei problemi ai fruitori di un determinato servizio ma il tempo sta già dando ragione a questi processi con vantaggi per tutti”.

Il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Crotone, Luigi Domenico Arcuri, ha parlato del rapporto sempre più intenso tra l’Ordine e la Camera di Commercio e ha sottolineato come gli studi professionali siano chiamati “ad adeguarsi continuamente all’evoluzione tecnologica, dalle pratiche telematiche del Registro imprese ai rapporti con l’Agenzia delle Entrate” e come la categoria sia sempre attenta all’evoluzione tecnologica dovendosi però, a volte, “scontrare con i ritardi della Pubblica Amministrazione”.

Nel suo intervento Vittorio Daniele, professore ordinario di storia economica all’Università Magna Graecia di Catanzaro, parlando degli effetti negativi sull’economia di un paese provocati dalla lentezza dei procedimenti giudiziari, ha esposto i dati che vedono l’Italia collocarsi in posizioni molto basse a livello mondiale. L’analisi è stata poi condotta a livello nazionale dove sono i distretti giudiziari collocati nelle regioni meridionali ad essere quelli generalmente in difficoltà. Un’analisi approfondita da una ricca serie di dati porta il prof. Daniele ad affermare che “la questione chiave è legata all’organizzazione e al management degli uffici” e che quindi è a tale livello che si deve intervenire.

Il tema di come l’impatto tecnologico stia modificando il diritto del lavoro, è stato affrontato da Antonio Pileggi, Professore ordinario di diritto del lavoro all’Università degli studi di Roma Tor Vergata. In particolare per alcuni settori economici, quale ad esempio la “gig economy”, l’avvento delle nuove tecnologie corrisponde in genere all’arretramento della tutela dei diritti dei lavoratori. “Le nuove tecnologie stanno determinando la fine del diritto del lavoro” - sono le amare conclusioni cui giunge il prof. Pileggi nella sua relazione.

Un forte richiamo quindi a ripensare e ad invertire la preoccupante tendenza in atto. Don Serafino Parisi, intervenuto in vece dell’arcivescovo della Diocesi di Crotone-Santa Severina, monsignor Domenico Graziani, sottolinea la criticità costituita dalla criminalità che “aggredisce il lavoro lecito” e influisce negativamente sullo sviluppo economico e al contempo richiama la necessità di tenere sempre presente, nell’analizzare la mole di dati accessibili ormai con semplicità attraverso le nuove tecnologie, che “dietro la freddezza dei numeri ci sono le personee quindi lo sviluppo economico deve essere necessariamente pensato tenendo presente questo fondamentale elemento.

“Le nuove tecnologie sicuramente forniscono spazi di miglioramento per una migliore amministrazione della giustizia ma non sono sufficienti”. È il pensiero del Procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, che nel suo intervento richiama la necessità della “funzione giustizia” di integrarsi con tutte le altre funzioni sociali, ritenendo indispensabile il supporto dei corpi intermedi quali le associazioni di categoria, le Camere di commercio, ecc., per evitare il ricorso alle aule dei tribunali anche per quei conflitti (tipico esempio il caso di un assegno non pagato) che potrebbero essere risolti diversamente.

Il Presidente della Regione, Mario Oliverio, pone l’accento sull’elemento “giustizia lenta quale fattore di scarsa attrattività di un paese”, sottolineando come “un paese che voglia crescere in tempi di globalizzazione non possa che rivolgersi a investitori globali” per i quali i tempi della giustizia costituiscono un fattore fondamentale. Sebbene l’informatizzazione non possa essere la soluzione a tutti i problemi, da essa può derivare sicuramente una gestione più efficiente. Il Presidente Oliverio sottolinea infine l’importanza di eventi come quello odierno che “non solo favoriscono la riflessione ma consentono al contempo di mettere a punto un quadro di riferimento sul quale agire con maggiore puntualità”.

A concludere l’incontro è stato il prestigioso contributo del Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini. Nel suo intervento il dottor Legnini ha parlato della complessità del contesto nel quale la magistratura calabrese si trova ad operare. Commentando i dati esposti nei precedenti interventi ha voluto sottolineare come i primi cinque distretti giudiziari nella graduatoria italiana relativa ai tempi dei procedimenti, presentano delle perfomance superiori a quelli degli altri paesi europei e, sebbene i dati di contesto, la qualità della domanda di giustizia ed altri fattori costituiscano elementi che influenzano i tempi della giustizia, si possano effettivamente perseguire dei miglioramenti anche tenendo conto del modo in cui sono amministrati quei distretti.

“Storicamente il Consiglio Superiore della Magistratura, ha coltivato in maniera quasi marginale la cultura dell’organizzazione” - ha detto il Vicepresidente Legnini richiamando anche il ruolo affidato in tal senso al Ministro della Giustizia da parte del nostro ordinamento, “negli ultimi anni invece il Csm ha investito moltissimo nella cultura dell’organizzazione tanto che a breve sarà pubblicato il primo Codice sull’organizzazione degli uffici giudiziari”.