Doppia esplosione a Cosenza. Arrestato il titolare: locali a fuoco per truffare l’assicurazione

Cosenza Cronaca

Un mese fa due diverse esplosioni avevano danneggiato altrettante attività commerciali di Cosenza, il “Food and Drink” di Via Caloprese e il “Chiosco” di via Tommaso Aceto, entrambe di proprietà della stessa persona (LEGGI).

Nessun dubbio vi fu allora sulla matrice dolosa degli episodi, su cui avevano subito avviato le indagini i carabinieri del capoluogo che oggi sono giunti alla conclusione che il responsabile delle deflagrazioni sia proprio il titolare sia del bar che della tavola calda che avrebbe fatto esplodere gli ordigni nei locali per consumare una truffa assicurativa.

Il titolare, Gianfranco Parise, 62 anni, è così finito in arresto, ed è stato direttamente portato in carcere con l’accusa di incendio e truffa assicurativa in concorso con una persona che al momento non è stata ancora identificata.

La misura arriva al termine di una indagine avviata e condotta dai Carabinieri della Compagnia cittadina nell’immediatezza dei fatti.

LE INDAGINI DOPO I FATTI

Come si ricorderà, intorno all’una e mezza del 19 maggio scorso, una forte esplosione aveva distrutto il bar “Bilotti”: una deflagrazione talmente dirompente da scaraventare all’esterno grossi detriti che avevano addirittura raggiunto il lato opposto della carreggiata e che, solo per una casualità, non aveva causato conseguenze anche più gravi alle persone che numerose frequentavano la zona a quell’ora.

I Carabinieri avevano subito cinturato l’area, dando aiuto ai residenti nella palazzina che erano stati fatti evacuare con l’aiuto dei mezzi dei Vigili del Fuoco.

Era stato poi avviato un accurato sopralluogo, durante il quale arrivò la notizia di un’altra esplosione in un locale sempre di proprietà della stessa persona ma chiuso da qualche mese, quello del Chiosco che era divampato dopo che qualcuno aveva sparso del liquido infiammabile all’interno.

Sul luogo era intervenuto anche il magistrato di turno della Procura che aveva assunto la direzione delle indagini, da subito apparse particolarmente complesse e difficili.

Nel corso delle investigazioni erano stati acquisiti degli elementi particolarmente significativi che avevano portato ad una prima ricostruzione dell’evento e delle sue cause.

L’ALLARME DISINSERITO E LA POLIZZA “SOSPETTA”

Emerse infatti che quella notte non era stato inserito il sistema di allarme e che il titolare dei locali aveva da poco stipulato un contratto assicurativo.

Sentiti I residenti e I commercianti della zona, gli investigatori appresero che nel bar di via Caloprese vi era uno scarso afflusso di clienti sin dalla sua apertura ma vennero acquisiti anche altri particolari d’interesse come l’avvenuto trasloco di gran parte del mobilio proprio il pomeriggio prima dell’esplosione.

Nel chiosco di Via Tommaso Aceto, i Carabinieri ritrovarono poi delle bottiglie piene di benzina utilizzate per innescare gli incendi e, abbandonato a terra in una traversa di Via Caloprese, un giubbino, quasi interamente bruciato, con degli accendini dello stesso tipo di quelli in vendita nei locali date alle fiamme.

Dalla visione delle riprese della videosorveglianza era emerso che il giubbino fosse stato indossato proprio dall’esecutore che, colto di sorpresa, rimase travolto dall’esplosione mentre ancora si trovava sulla porta del bar di Via Caloprese, probabilmente rimasto li per verificare l’avvenuta accensione dell’innesco.

In base agli elementi raccolti, la Procura di Cosenza ha avanzato dunque la richiesta cautelare in carcere per il titolare dei due esercizi commerciali, richiesta accolta dal Giudice per le Indagini preliminari.

Le indagini sono ancora in corso e stanno per concludersi nei confronti dell’esecutore materiale dell’incendio, tenuto conto di tutta una serie di elementi già sottoposti alle relative analisi tecniche da parte del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Messina.