Migrante ucciso a San Calogero, Pontoriero sottoposto a fermo

Vibo Valentia Cronaca
Da sinistra: Antonio Pontoriero e Soumayla Sacko

È stato sottoposto a fermo Antonio Pontoriero, il 43enne agricoltore di San Calogero già indagato per l'omicidio di Soumayla Sacko, il 30enne sindacalista del Mali ucciso sabato sera mentre, con due connazionali, stava prendendo delle lamiere da una vecchia fornace abbandonata, “La Tranquilla” (LEGGI).

È la decisione della Procura che, ancora prima di conoscere l’esito dello stub, ha fatto eseguire il provvedimento dai carabinieri di Tropea. L'uomo è accusato di omicidio e porto e detenzione illegale di arma.

Il fermo è scattato nella notte alla luce di un'ulteriore assunzione di informazioni che avrebbero confermato, secondo quanto emerso dalla Procura, un "quadro che era evidente sin dall'inizio".

Pontoriero era stato iscritto nel registro degli indagati già nelle ore successive al delitto alla luce delle dichiarazioni dei due maliani che erano con la vittima durante l’accaduto e della corrispondenza delle loro affermazione con le caratteristiche somatiche, l'abbigliamento e l'auto posseduta dal presunto assassino (LEGGI).

I due avevano infatti descritto agli inquirenti il killer, in particolare il tipo di abiti che indossava, oltre ai primi numeri della targa della Fiat Panda bianca con la quale aveva agito, probabilmente da solo.

Secondo quanto appreso, poi, i migranti sarebbero stati anche minacciati più di una volta da chi probabilmente non voleva si entrasse nella fornace dove è avvenuto il delitto.

Quanto alle indagini, dopo che gli investigatori avevano avuto dei sospetti su un possibile coinvolgimento nel fatto di sangue da parte di Pontoriero, avevano fatto scattare delle perquisizioni.

È così che nell’abitazione del 43enne erano stati trovati nella lavatrice, e sequestrati, due pantaloni, degli jeans grigi, e una maglietta blu scuro. Sequestrata anche la Panda vecchio modello in uso al 43enne e che era parcheggiata in un casolare di proprietà a località San Pietro.

Tutto materiale che ora è passato nelle mani degli specialisti del Ris di Messina che nei prossimi giorni dovrebbero comunicare gli esiti delle loro analisi.

LA FORNACE "ROBA MIA"

All’origine dell’omicidio ci sarebbe la convinzione di Pontoriero che la zona fosse sua. Non avrebbe infatti tollerato che nell'area dell'ex fornace di San Calogero qualcuno potesse prelevare delle lamiere.

È quanto emerso nel corso della conferenza stampa tenuta dal comandante provinciale dei carabinieri di Vibo, Gianfilippo Magro, e dal maggiore Valerio Palmieri alla guida del Nucleo Investigativo.

Il 5 maggio scorso, una telefonata ai carabinieri aveva segnalato il prelevamento di lamiere dall'ex fornace. Sul posto, i militari avevano trovato proprio Antonio Pontoriero, proprietario di un terreno posto accanto all'ex fornace, sotto sequestro dal 2011 per l'interramento di rifiuti pericolosi.

Da qui il collegamento il 2 giugno all'atto del fatto di sangue sul quale hanno reso importanti dichiarazioni i compagni di Soumaila Sacko che si trovavano con lui al momento degli spari. I riscontri dei carabinieri e l’attività tecnica di indagine hanno fatto il resto permettendo di arrivare al presunto assassino.

INQUIRENTI: “RISPOSTA DELLO STATO IMMEDIATA”

Ha parlato di risposta immediata il comandante provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia, Gianfilippo Magro durante la conferenza stampa per l’arresto di Pontoriero. “Abbiamo dato una risposta immediata ad un grave fatto di sangue, avvenuto in un territorio difficile ma controllato dall'Arma che è riuscita tempestivamente a risalire all'autore del fatto di sangue grazie alla perfetta sinergia fra i comandi provinciali di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Già la sera dell'omicidio abbiamo effettuato dei sequestri importanti ed ulteriori accertamenti sono in corso da parte dei carabinieri del Ris”.

Ha quindi parlato delle prove a carico dell’uomo, “abbiamo riscontri precisi - ha spiegato il colonnello - grazie alle dichiarazioni testimoniali dei compagni di Sacko e grazie alle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza. Perfetta è stata la sinergia fra la Tenenza di Rosarno, i carabinieri della Stazione di San Calogero e della Stazione di San Ferdinando, sede della tendopoli dove dimorava Sacko Soumila. La Procura di Vibo ha ravvisato per Antonio Pontoriero il pericolo di fuga e da qui il fermo di indiziato di delitto". La convalida del fermo è prevista per domani da parte del gip del Tribunale di Vibo Valentia.

(aggiornata alle 13:52)