Narcotraffico. Torna in Italia il figlio del “boss dei due mondi”

Reggio Calabria Cronaca

Nel giugno dell’anno scorso stava per imbarcarsi dall’aeroporto di San Paolo del Brasile su un volo per Caracas, la capitale del Venezuela - dove viveva da qualche tempo sotto falsa identità - quando venne arrestato dalla polizia sudamericana, grazie alle indagini svolte dagli uomini della squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco.

Era finita così la latitanza di Vincenzo Macrì, 53 anni, figlio di Antonio - meglio noto come il “boss dei due mondi” per la sua influenza nei paesi d’oltreoceano, in particolare in Canada e Stati Uniti - ritenuto come il gestore del narcotraffico tra il Sud America e l’Europa oltre che presunto boss della cosca Commisso di Siderno (LEGGI).

Oggi Macrì torna in Italia, dopo tre anni, ovvero da quando - nel settembre del 2015 - scampò all’arresto nell'ambito dell'indagine “Acero Connection” - coordinata dalla procura distrettuale antimafia del capoluogo dello Stretto - ed in cui gli si contestano l’associazione di tipo mafioso e il traffico internazionale di stupefacenti (LEGGI).

Le indagini che hanno portato l’anno scorso alla sua identificazione e cattura erano state condotte, come dicevamo, dalla mobile reggina e dal Servizio centrale operativo, con il supporto dello Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, insieme all'Esperto per la sicurezza di stanza a Brasilia.

Investigazioni che avevano consentito agli agenti brasiliani, appunto, di beccarlo proprio mentre faceva scalo nell'aeroporto di San Paolo.

Dopo il suo arrivo nello scalo romano di Fiumicino, Macrì, scortato dagli agenti dello Scip della Criminalpol, effettuerà le formalità dell'arresto sul territorio nazionale e poi verrà portato nella casa circondariale dove resterà a disposizione dell'autorità giudiziaria calabrese.