Salone del libro. Avviso Pubblico parla di lotta alla mafia

Calabria Attualità

Al Salone del libro di Torino, Francesco Vignola Responsabile del Dipartimento Formazione di Avviso Pubblico, ha moderato la presentazione del libro “Vent’anni di lotta alle mafie e alla corruzione. L’esperienza di Avviso Pubblico”, edito da Rubbettino.

Sono intervenuti: Antonio Viscomi, membro dell’Ufficio di presidenza del Pd alla Camera dei deputati, Maria Antonietta Sacco, Vicepresidente di Avviso Pubblico e consigliera comunale di Carlopoli, Diego Sarno, Coordinatore regionale di Avviso Pubblico e Assessore del Comune di Nichelino e Giulia Migneco, coautrice del libro.

“Nel 1996 un gruppo di amministratori locali di varie regioni e appartenenze politiche, capeggiati da un giovane sindaco di un comune del modenese, decise di dare vita ad Avviso Pubblico con l’obiettivo di mettere in rete gli enti locali e le Regioni che volevano impegnarsi in progetti di formazione civile contro le mafie, diffondendo buone pratiche e non lasciando sole le persone più esposte – ha dichiarato Giulia Migneco. Fu così che il 22 maggio 1996, un anno dopo Libera, nacque Avviso Pubblico, una realtà che oggi conta più di 400 enti soci e che da più di vent'anni organizza, sostiene e mette insieme tutte quelle donne e uomini che con impegno, serietà e responsabilità operano all'interno delle istituzioni avendo come faro guida la Costituzione repubblicana. Perché solo attraverso la relazione, lo scambio di buone prassi e la condivisione di buona politica il desiderio di cambiamento diventa forza di cambiamento”.

“Una bella emozione presentare al Salone di Torino il libro dei Venti anni di storia di Avviso Pubblico. Un’occasione importante, offerta dalla Regione Calabria su proposta del Comune di Carlopoli, per ribadire quanto di buono ha fatto la rete degli amministratori soci per promuovere la Formazione Civile contro le mafie e quanto ancora deve fare in sinergia con i nuovi soci, con il Parlamento, con la Chiesa, con la magistratura, con le Forze dell’ordine, con gli imprenditori, con i familiari delle vittime, con le altre associazioni ed in particolar modo con tutti i cittadini” – ha aggiunto Maria Antonietta Sacco.

“In un periodo storico in cui le mafie e la corruzione disegnano a tinte fosche un presente privo di speranze, facciamo appello al senso di “corresponsabilità” e di “impegno comune” di tutte le persone perbene, che abitano l’Italia da nord a sud, e che rappresentano la netta maggioranza del Paese - ha continuato - per costruire insieme un presente ed un futuro di legalità, di democrazia e di libertà all’insegna dei più bei colori dell’arcobaleno”.

“Nella Relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2006 presieduta da Francesco Forgione veniva scritto che ‘in Piemonte, in particolare a Torino, la ‘ndrangheta è radicata a livello politico, imprenditoriale ed economico’. Quelle parole, in quegli anni, furono criticate perché sembravano offendere il nostro territorio – ha commentato Diego Sarno. Oggi diverse inchieste giudiziarie, a partire dall’Operazione Minotauro, hanno dimostrato che era proprio così. Noi dobbiamo far capire che la politica deve arrivare prima della magistratura e per questo abbiamo bisogno di persone autorevoli, competenti e informate, che sappiano con chi fanno affari, con chi siedono al tavolo, con chi prendono un caffè. E abbiamo bisogno che i cittadini sostengono quella politica sana. Avviso Pubblico è un luogo di resistenza e di contrattacco che oggi in Piemonte ha circa 60 enti aderenti e che ribadisce giornalmente che non basta essere onesti ma che bisogna essere preparati per vincere insieme questa battaglia”.

“Se veramente vogliamo contrastare mafie e corruzione dobbiamo avere il coraggio di accantonare una politica che si identifica con la gestione del potere, l’accaparramento di privilegi e la spartizione dei posti e di promuovere politici che siano credibili, coerenti, competenti e attenti alle comunità in cui operano – ha concluso l’Onorevole Viscomi. È certo compito dei partiti selezionare buoni candidati ma è dovere primo dei cittadini, di ciascun cittadino, valutare attentamente le persone cui si dà il proprio voto. L’esercizio del giudizio critico ed informato da parte dei cittadini è essenziale, soprattutto in una regione complessa come la Calabria che ha il primato dei comuni sciolti per essere stati infiltrati dalia mafia ma anche e contestualmente –closa nota - il primato degli amministratori locali sotto tiro per aver detto di no alla mafia”.