Coldiretti: “è allarme cinghiali”. E accusa, “aziende costrette a chiudere”

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Il sovrappopolamento di esemplari di cinghiali che si sono allontanati dalle zone boschive alla ricerca di cibo, occupando anche centri abitati e creando enormi problemi alla biodiversità. è un fenomeno contro il quale non si può più attendere”.

A ribadirlo con fermezza è il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro secondo il quale occorrerebbe “un'azione decisa” per arginare il definitivo abbandono delle attività agricole da parte di molti agricoltori con la conseguente devastazione dei campi, e centinaia e centinaia di ettari di raccolti distrutti in diversi comuni della Calabria.

“Come se non bastasse – sbotta Molinaro - c’è anche il diffondersi della commercializzazione di carne in nero, priva di qualsiasi garanzia di carattere sanitario come testimoniano alcuni rapporti delle Asp che certificano casi di epizozie dannose per la salute umana e per gli allevamenti”.

Per il numero uno degli agricoltori calabresi, “le inefficaci iniziative” della Regione, che definisce “poche, sporadiche e improvvisate”, non hanno risolto il problema, anzi si sarebbe acuito sempre di più.

“Il danno in atto è evidente – sottolinea - come dimostrano per esempio 50 aziende della provincia di Vibo Valentia e Catanzaro, che costituitesi nel Comitato per il contenimento del cinghiale e difesa del territorio, rischiano di essere prossime alla chiusura”.

Coldiretti ribadisce dunque ed “ancora” alla Regione che è indispensabile intervenire in maniera risolutiva trattando l’argomento come una calamità.

“Perché di questo si tratta” afferma sottolineando che bisogna farlo subito “prima che sia troppo tardi” attivando le cinque proposte che Coldiretti ha consegnato al governatore “e più volte reiterate al Dipartimento Agricoltura”.

“La posta in gioco è alta: l’economia di intere aree e l’incolumità delle persone. Non è escluso che, permanendo l’immobilismo della Regione, la Coldiretti – conclude Molinaro – farà una serie di iniziative sul territorio perché non ci stiamo a consegnare le chiavi delle aziende. Questo per noi è un fatto deplorevole”!