Aumenta al 20% il succo nelle aranciate. Coldiretti: battaglia condotta senza risparmio

Reggio Calabria Attualità

Sono passati 7 anni e 102 giorni da quando Coldiretti Calabria denunciò il pagamento sotto costo -solo 5/7 centesimi al kg - delle arance per la produzione di succo in particolare nella provincia di Reggio Calabria. Oggi - riferisce Coldiretti – la tendenza si è invertita e ci sono i primi acquisti di arance da parte di una storica Industria "l'Agrumaria Reggina" che vengono pagate agli Agricoltori 15 centesimi al kg: un prezzo che garantisce i costi di produzione e di raccolta.

Questo il bello e il buono di una battaglia condotta senza risparmio che segna un giorno storico per l'agrumicoltura calabrese. Certamente - precisaColdiretti - è stata determinante l'entrata in vigore lo scorso 6 marzo della norma che ha innalzato la percentuale minima di succo nelle aranciate dal 12 al 20% e non meno importante è la crescente certificazione volontaria su alcune etichette di aranciate dell'origine italiana del succo. Recentemente - aggiunge - sul mercato italiano ci sono sul mercato aranciate con il 25% di succo di arance calabresi.

“Sono tre fattori – commenta Molinaro presidente di Coldiretti Calabria - che stanno determinando condizioni per avere una filiera agrumicola più equa nella ridistribuzione del valore aggiunto in favore degli agricoltori. La battaglia "Non lasciamo sola Rosarno" continuerà - assicura Molinaro - per avere al più presto l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta sulle aranciate, succhi di frutta e marmellate. Adesso in tempi velocissimi - continua - daremo centralità ai “Contratti di Filiera Pluriennali” per rafforzare la produzione di arance da succo, ristrutturando ed ampliando la produzione nelle aree vocate. La provincia di Reggio Calabria può e deve tornare ad essere il giardino di arance più importante per le industrie delle bibite di qualità Made in Italy 100%. Non è questo un finale di partita – conclude Molinaro – ma un progetto economico per rilanciare il sistema produttivo che sulla base di regole e contratti trasparenti, affermi il protagonismo di agricoltori e industrie che vogliono bene alla Calabria ed all'Italia, per contribuire ad accrescere anche il benessere delle comunità”.