Strangolata e bruciata nell’auto: condannato all’ergastolo

Cosenza Cronaca

Ci sono volute quattro ore di camera di consiglio prima che il giudice Giovanni Garofalo, della Corte d’Assise di Cosenza, pronunciasse la sentenza di ergastolo a carico di Sergio Carrozzino, il 46enne accusato dell’omicidio di Silvana Rodrigues De Matos.

La vittima, all’epoca 33enne, fu assassinata nel dicembre del 2015, strangolata e poi il suo corpo dato alle fiamme all’interno di un’autovettura, una Fiat Punto (LEGGI L’ARTICOLO).

I resti della donna - insieme all’auto - vennero ritrovati nella notte tra il 12 ed il 13 dicembre di quell’anno, nei pressi del cimitero di Belvedere Marittimo, comune sulla fascia costiera del Tirreno cosentino.

A lanciare l’allarme era stato il marito che ne aveva denunciato la scomparsa. La De Matos, quella sera, era uscita in tutta fretta: doveva comprare un paio di collant da indossare il giorno successivo ad un concerto. Non fece più ritorno a casa.

Dalle prime ricostruzioni degli investigatori l’assassino l’avrebbe sorpresa proprio nel parcheggio di un supermercato. Le telecamere di sorveglianza e la testimonianza di un passante, avrebbero evidenziato infatti come un uomo - che doveva essere l’indagato - era salito a bordo dell'auto della donna, si era messo alla guida per poi allontanarsi dal parcheggio.

Circa un anno dopo, nel maggio del 2016, i carabinieri di Scalea - che avevano da subito indagato sull’omicidio - arrestarono Carrozzino ritenendolo l’assassino (LEGGI): il movente sarebbe stato da ricondurre a fatti personali, legati a presunte questioni passionali.

Solo un anno prima, il 46enne aveva anche finito di scontare 15 anni per l'assassinio del fratello del cognato della stessa Rodrigues, ucciso nel 2002, quando la donna ancora viveva in Brasile.

La sentenza di oggi, oltre al carcere a vita, prevede anche un anno di isolamento diurno per Carrozzino. Ad ascoltare la decisione dei giudici, in aula, c’era lo stesso condannato che ora dovrà anche risarcire la famiglia della vittima, oltre al centro Roberta Lanzino e al Comune di Belvedere Marittimo, che si erano costituitisi parte civile.