Assenteismo in ospedale e Asp: inchiesta “Camice bianco”, 22 condanne

Cosenza Cronaca

Medici, infermieri, dirigenti e dipendenti dell'Asp di Cosenza in servizio all'ospedale o nelle varie sedi dell'Asp, che durante l'orario di lavoro avrebbero falsificato gli orari di presenza e di uscita, con la timbratura infedele del cartellino marcatempo.

Parliamo dell’inchiesta "Camice bianco", che risale a circa tre anni fa, esattamente all'aprile del 2015 e per cui oggi si arriva alla sentenza di primo grado del processo scaturitone.

22 le condanne inflitte dal giudice Marco Bilotta, del tribunale del capoluogo bruzio. Si tratta di Mario Avellino (1 anno e 6 mesi di reclusione e 600 euro di multa), Anna Maria Conforti (1 anno e 500 euro di multa), Francesca Zinno (1 anno e 2 mesi e 500 euro di multa), Angela Campolongo (1 anno e 2 mesi e 500 euro multa), Romeo Perri (1 anno e 500 euro di multa), Anna Turano (1 anno e 2 mesi e 500 euro di multa).

Ed ancora: Ippolito Spagnuolo (1 anno e 500 euro di multa), Pasquale Morrone (1 anno e 6 mesi e 500 euro multa), Marina Sammarra (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Giulia Manna (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa ), Pia Pignataro (1 anno e 500 euro di multa), Katja De Rose (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Carla Caputo (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Giovanna Trimarchi (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Gisella Rizzuti (1 anno e 4 mesi e 500 euro multa), Vincenzo Reda e Asclepiade Felicioli (9 mesi e 500 euro di multa), Claudio Naccarato ed Eugenio Presta (9 mesi e 500 euro di multa), Orlando Spizzirri (1 anno e 350 euro di multa), Pieraldo Russo (8 mesi e 300 euro di multa), Annarita Salvo (14 mesi e 400 euro di multa).

Per loro il giudice ha disposto la risoluzione del contratto di lavoro, oltre ovviamente alla condanna in carcere, con sospensione condizionale, alla multa e al pagamento delle spese processuali

Assolti invece Elvira Vigna e Alberto Bevilacqua, perché il fatto non sussiste; Maria Naccarato, Luigi Carelli e Bice Casazzone, perché il fatto non costituisce reato. Per altri 5 indagati si era già svolto un processo con rito abbreviato.