Bando aeroporti: Cgil diffida Enac, Sacal e Regione

Calabria Infrastrutture
Il presidente Sacal Arturo De Felice

Antonino Costantino, segretario dalla Filt-Cgil Calabria ha diffidato il Presidente Enac, Vito Riggio, il Presidente Sacal, Arturo De Felice, il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. Riggio viene così invitato a “vigilare sul rispetto, da parte della società Sacal spa, del disciplinare di gara, sulla corretta utilizzazione delle professionalità acquisite e sul numero di dipendenti da inserire negli scali aeroportuali ed indicati nel bando di gara”. La diffida arriva inoltre sul monitoraggio “del rispetto, da parte della società aggiudicatrice, delle condizioni di sicurezza aeroportuale dello scalo di Reggio Calabria e a vigilare sulla corretta e puntuale applicazione, da parte di Sacal spa, del Piano Industriale presentato.

Diffida De Felice a “rispettare il Piano industriale, soprattutto nella parte relativa alla sicurezza e alle assunzioni minime previste, presentato all'atto della partecipazione alla gara che ha consentito alla Società l'aggiudicazione della gara”. Infine diffida il presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio, nella qualità di socio pubblico oltre che di rappresentante dell'Istituzione regionale, a “garantire la sicurezza dello scalo di Reggio Calabria e il rispetto dei vincoli e degli obblighi derivanti dal disciplinare di gara”.

A seguito dell'aggiudicazione della gara per la concessione trentennale degli scali di Reggio Calabria e Crotone, la società Sacal “non ha fornito alla Cgil il Piano industriale con il quale aveva partecipato alla gara”. E non solo. Dal momento che il Piano è stato fornito solo a “seguito dell'ordinanza emessa dal giudice del lavoro di Lamezia Terme lo scorso 10 gennaio con la quale la Sacal è stata condannata alla cessazione della condotta antisindacale consistente nel rifiuto di fornire alle organizzazioni sindacali il Piano industriale presentato all'Enac”.

Inoltre per Costantino “la gara, suddivisa in due lotti con possibilità per i concorrenti di presentare offerta per uno o per entrambi lotti, è stata aggiudicata il 3 marzo 2017 con disposizione del Direttore Generale Enac, Alessio Quaranta, affidando la gestione totale di durata trentennale degli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone alla società Sacal”. Nel disciplinare di gara è richiesto di “indicare specificatamente le professionalità utilizzate ai fini della gestione aeroportuale e la consistenza numerica, tenuto conto della specifica normativa di settore e del Regolamento UE 139/2014. Quest’ultimo, infatti, stabilisce requisiti tecnici e procedure amministrative per la certificazione degli aeroporti abbastanza rigidi, il cui obiettivo è di mantenere un livello elevato ed uniforme della sicurezza aeroportuale”. La valutazione del criterio ha quindi “determinato da parte della Commissione l’attribuzione di un punteggio certamente utile ai fini dell’aggiudicazione della gara. Per questo motivo, è imperativo e obbligatorio da parte dell’Ente verificare la corrispondenza tra quanto è stato presentato agli atti di gara e quanto è stato realmente realizzato sugli scali aeroportuali di Reggio Calabria e di Crotone dopo l’aggiudicazione”.

Ma stando alla Cgil nel documento “deve essere anche data puntuale indicazione, in termini numerici, del personale minimo da acquisire”. Inoltre una volta che la Cgil ha letto il Piano industriale della Sacal ha “riscontrato per l'aeroporto di Reggio Calabria l’inosservanza del progetto sulla dotazione organicagarantita” in fase di gara compromettendo, altresì, la sicurezza aeroportuale che non è certamente determinata dal numero dei voli presenti sullo scalo. Lo scalo di Crotone, addirittura, non è ancora operativo”.

Costantino parla dunque di numerosi inviti mossi al Presidente della Sacal e al Presidente della Regione Mario Oliverio, nella qualità di socio pubblico oltre che di rappresentante dell'Istituzione regionale, di “ottemperare a quanto previsto nel Piano industriale”, anche se ad oggi “il Presidente della Sacal non ha provveduto ad adempiere alla propria obbligazione”. Da qui la diffida.

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