Amantea, commemorazione domani per il capitano Natale De Grazia

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Natale De Grazia

Avrebbe compiuto 54 anni il capitano di fregata Natale De Grazia se il 13 dicembre del 1995, esattamente 15 anni addietro non fosse morto in circostanze ancora non del tutto chiarite lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Domenica 19 dicembre, proprio in occasione del compleanno dell’uomo di Stato che ha dato un contributo decisivo sulla vicenda delle cosiddette “navi a perdere”, il Comitato “Natale De Grazia” deporrà una corona sul lungomare che porta il nome del capitano di fregata. Una decisione, quella di ricordare così Natale De Grazia, che lega simbolicamente l’attività portata avanti dall’ufficiale che indagava su affondamenti sospetti nel Mediterraneo per conto della Procura della Repubblica di Reggio Calabria alle iniziative condotte proprio dal Comitato “De Grazia” per conoscere la verità su tali vicende. Per questo gli attivisti del Comitato si ritroveranno domenica mattina alle 11 davanti la lapide che ricorda “innanzitutto un uomo delle istituzioni”. “La dedizione ed il coraggio dimostrata dal capitano De Grazia – sostengono gli attivisti – nel cercare fino in fondo la verità su quelle vicende che tutt’ora sono rimaste insolute continuano a darci la forza necessaria a portare avanti oggi la nostra battaglia per capire cosa sia successo e cosa stia ancora succedendo lungo le nostre coste e sui nostri territori. Grazie alla grande energia che proviene da uomini come De Grazia possiamo ancora credere che le nostre istituzioni siano in grado di spiegare vicende che interessano la Calabria e la sua possibilità di costruire un futuro diverso”. Da qui la decisione di ricordare De Grazia nel giorno della sua nascita. “Per noi – affermano gli attivisti del Comitato – Natale non è morto ma continua grazie alla sua grande energia e all’amore che ha dimostrato per il nostro mare e per la nostra terra a vivere nelle nostre coscienze. Vorremmo che questo messaggio arrivasse a quanti hanno il potere di aiutare la ricerca della verità e non trovano il coraggio per gridare ad alta voce di volere una terra diversa. Innanzitutto libera di poter costruire serenamente il proprio futuro e quello dei suoi figli”.