Incendio tendopoli di San Ferdinando, Cgil: "tragedia annunciata e senza fine”

Calabria Attualità

Amine, una giovane donna nigeriana di 30 anni è morta mentre altre due sono rimaste gravemente ferite nell’incendio devastante divampato, ieri notte, nella vecchia tendopoli di San Ferdinando, che accoglie ogni anno oltre duemila braccianti migranti, ma che è anche “luogo di sfruttamento e di perdita di dignità” diventando proprio nel giorno della memoria, anche luogo “di morte e devastazione”.

È duro il commento affidato ad una nota da parte delle sigle sindacali della Cgil Calabria e Cgil Piana di Gioia Tauro che pur riconoscendo un impegno e un’attenzione diversa delle Istituzioni territoriali rispetto al passato ciò che secondo le organizzazioni manca “è la voce del Governo Nazionale che punti ad individuare misure e soluzioni definitive e non più emergenziali all’ormai nota situazione di degrado che caratterizza la piana di Gioia Tauro mediante politiche di accoglienza ed integrazione ed un piano di interventi per garantire i diritti civili, il lavoro regolare, l’assistenza sanitaria”.

“La nuova tendopoli – sbottano dalla Sigla - allestita dalla protezione civile riesce a contenere non più di 500 persone, mentre nella sola stagione agrumicola sono migliaia le presenze di lavoratori migranti e sfruttati”.

Cgil e Flai da tempo avevano denunciato le condizioni “disumane e di sfruttamento” in cui versano i lavoratori nella Piana ma nonostante ciò, afferma il sindacato “il risultato è che il flusso ciclico e le presenze rimangono costanti ed in aumento”.

Per la Cgil occorre dunque una task force e il rafforzamento dell’area investigativa e di controllo, con uomini e mezzi per indagare ulteriormente sulla rete di reclutamento, di utilizzo e sfruttamento nei campi e sui caporali che ne traggono beneficio, applicando la legge contro il caporalato.

“Occorre un piano nazionale e regionale sulle politiche di accoglienza – sostiene la Sigla - con accordi di distretto per garantire i diritti fondamentali dei lavoratori ed una certificazione etica e di qualità del lavoro e delle imprese agricole. Non si può continuare a trattare la questione in termini emergenziali e soprattutto non si può aspettare l’ennesima tragedia”.

La Cgil, infine, ringrazia le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile calabrese e le Istituzioni interessate per l’immediato intervento nella tendopoli.