Corigliano-Rossano, Gallo: “Niente scherzi: si vada avanti”

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La fusione tra Corigliano e Rossano? «Si deve fare, senza tentennamenti, come hanno deciso i cittadini». Chiara la posizione del consigliere regionale Gianluca Gallo sul processo che porterà alla nascita della città unica tra i due centri cosentini. Una linea anticipata già nei giorni scorsi, durante l’incontro con uno dei movimenti popolari favorevoli alla città unica e che martedì, in occasione della seduta della Prima Commissione consiliare regionale chiamata a confrontarsi sulla proposta di legge istitutiva del nuovo comune, sarà ufficializzata con tanto di invito alla chiarezza al centrosinistra che, da qualche settimana a questa parte, sembra impegnato a frenare il processo in atto.

«Mi pare che dalle parti del governatore Oliverio – dice Gallo – sia in corso più di un ripensamento, agevolato dall’improvvisa prudenza di parte delle istituzioni locali che, dopo essersi battute leoninamente fino al referendum, adesso sono impegnate a far di conto con numeri e cavilli coi quali giustificare timori prima inesistenti». Prosegue l’esponente della Cdl: «Non vorrei che tale atteggiamento celasse in realtà una strisciante avversione verso una realtà urbana che incarnerebbe finalmente l’ansia dello Ionio cosentino di poter essere finalmente, come pure merita, baricentrico nelle scelte dell’ambito provinciale e di quello regionale».

Da qui la richiesta di giocare a carte scoperte: «Trovo ovviamente legittime tutte le opinioni espresse sul punto, ma concordo con chi, come fa nel centrosinistra il collega Mimmo Bevacqua, invita anche il governo regionale e la maggioranza che lo sostiene a fare chiarezza ed a non tradire gli impegni assunti e cristallizzati dall’esito del voto referendario. Al riguardo, mi permetto di far notare a chi ora chiede calma e pazienza che la scusa del tempo per fare le cose per bene spesso e volentieri è stata, qui in Calabria, un motivo per non farle per niente, le cose». Sottolinea ancora Gallo: «D’altra parte, il processo di fusione in corso non sta avvenendo sulla base di un’intesa al bar: c’è un percorso anche normativo ben definito, si sono già chiamati i cittadini alle urne (e loro hanno detto si), ci sono altri atti da consumare».

Conclusioni: «Cos’altro serve, allora, per fare le cose per bene? A mio parere, visto che siamo in democrazia, non serve null’altro che rispettare le leggi che già ci sono e la volontà popolare. Certo, se e per quanto possibile migliorando anche le norme che ancora attendono d’essere approvate, ma con la nitida consapevolezza che indietro non si torna e che una sola cosa si deve fare per far bene le cose: andare avanti. Avanti, verso Corigliano-Rossano».