Operazione Nuove Leve. Torna in carcere il “messaggero” dei Giampà

Catanzaro Cronaca
Giuseppe Paone

La Squadra Mobile di Catanzaro e i colleghi del Commissariato di Lamezia Terme, su disposizione della Sezione Penale del tribunale del capoluogo di Catanzaro, hanno tratto in arresto Giuseppe Paone, 23enne disoccupato lametino, già arrestato nel febbraio dell’anno scorso nell’ambito dell’operazione “Nuove Leve”.

Le indagini, coordinate allora dalla Procura Distrettuale Antimafia (nelle persone dell’Aggiunto Giovanni Bombardieri e del Sostituto Elio Romano, sotto la direzione del Procuratore Capo Nicola Gratteri), avevano permesso di accertare l’esistenza di un gruppo di soggetti che sarebbero stati al soldo dei capi della cosca Giampà, al momento detenuti, che e che si sarebbero adoperati per rinsaldare le fila del clan e così continuare le attività estorsive sul territorio.

Il provvedimento che ha colpito oggi Paone fa seguito alla decisione della Corte di Cassazione che aveva rinviato al Tribunale per un riesame dei motivi che avevano determinato il Gip ad emettere a suo carico una misura cautelare, successivamente alla decisione del Tribunale della Libertà che ne aveva disposto la scarcerazione.

La decisione i oggi, adottata dal Tribunale di Catanzaro, in pratica che ha disposto il ripristino del provvedimento cautelare, ritenendo il 23enne come “intraneo” al gruppo delle nuove leve e con compiti operativi finalizzati alla realizzazione delle attività estorsive.

In particolare, il giovane è ritenuto responsabile di aver posizione delle bottiglie incendiarie nei pressi di attività commerciali, oltre che di aver provveduto al prelievo di denaro direttamente dagli imprenditori vittime.

Paone, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe poi ricevuto i messaggi provenienti dai “boss” della cosca Giampà e che contenevano gli ordini per eseguire le intimidazioni, “nell’interesse della consorteria criminale”, recapitandoli ad altri destinatari o mettendoli in pratica personalmente.

Dopo le formalità il 23enne è stato accompagnato nella Casa Circondariale locale.