Italia tra i Paesi più vecchi al mondo, nascite in calo

Calabria Salute

Calo di nascite in Italia dove il numero di nati è passato da 485.780 del 2015 a 473.438 nel 2016. Il quoziente di natalità, uniforme sul territorio, scende a 7,8 nati per mille abitanti (era 8 per mille nell'anno precedente). Così il bel paese si riconferma come uno dei Paesi più vecchi al mondo: ad incidere sono la speranza di vita che continua a crescere ma soprattutto il costante calo della fecondità, con una relativa flessione delle nascite. E' quanto emerge dall'Annuario statistico italiano edizione 2017, pubblicato dall'Istat.

Così il tasso di fecondità totale (TFT), indicatore sintetico della fecondità, nel 2015 scende ancora, rispetto all'anno precedente, e passa da 1,37 a 1,35 figli in media per donna. Il fenomeno, sul territorio, ricalca la situazione degli anni precedenti: Nord-ovest e Nord-est, con un TFT pari a 1,41, sono le ripartizioni con la fecondità più alta e si contrappongono al Sud che, con un valore pari a 1,29, è il fanalino di coda. Se si analizzano i dati per cittadinanza, si può notare come sia la fecondità delle donne straniere a influenzare principalmente il dato nazionale; per le donne italiane, l'indicatore cala rispetto al triennio precedente (1,29) e si attesta su 1,27 figli in media per donna.

Continua a diminuire la fecondità delle donne straniere, passando da 1,97 a 1,94 figli in media per donna. A differenza della fecondità delle italiane (1,27 in tutte le ripartizioni ad eccezione di 1,24 al Centro), la fecondità delle straniere si presenta piuttosto disomogenea sul territorio: nel Nord, le donne straniere fanno in media circa 2,1 figli, contro l'1,7 del Centro, 1,8 del Sud e 1,9 delle isole. A livello internazionale, l'Italia si trova al sesto posto per fecondità più bassa nella classifica europea: all'ultimo posto c’è il Portogallo con 1,31 figli in media, mentre la Francia, con 1,96 figli in media per donna, è il Paese più prolifico. Per quanto riguarda la speranza di vita alla nascita (vita media), dopo la battuta d'arresto dell'anno scorso, riprende a crescere e passa da 80,1 anni a 80,6 anni per i maschi e da 84,6 a 85,1 per le femmine.