“Sono belle… ma false”. Mostra contro il mercato della contraffazione

Cosenza Attualità

Dopo la conferenza a Palazzo Arnone sui temi della contraffazione in campo artistico, l'Amministrazione comunale di Cosenza offre il proprio contributo alla campagna nazionale del MiBACT e dell'Istituto Nazionale Anticontraffazione attraverso il Museo di Bretti e degli Enotri che, sul tema, allestisce la mostra "Bello ma Falso: tutta un'altra storia!", che sarà inaugurata venerdì 17 novembre, alle ore 17.

Saranno presenti il vicesindaco e assessore alla cultura Jole Santelli, il Comandante dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, Maggiore Carmine Gesualdo, il direttore del Museo dei Brettii e degli Enotri Marilena Cerzoso, Armando Taliano Grasso, responsabile del Laboratorio di Topografia Antica e Antichità Calabresi del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università della Calabria e Donatella Barca, referente del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali.

La mostra presenta una selezione di reperti archeologici e opere d'arte oggetto di sequestro da parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza. I reperti archeologici, che sono stati tutti sequestrati nel 2011, presentandosi integri e in buono stato di conservazione, imitano classi di produzioni ceramiche tra le più note in Italia meridionale nel periodo in cui questo territorio è meglio conosciuto come Magna Grecia.

Tutti sono accompagnati da pannelli esplicativi degli studi archeologici e diagnostici effettuati, atteso che alcuni casi dubbi hanno reso necessarie analisi diagnostiche aggiuntive per definire la composizione elementare dei manufatti e determinare le componenti delle vernici.

Le opere pittoriche sono state oggetto di più sequestri dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, che in un caso hanno addirittura rintracciato un vero e proprio laboratorio con strumenti di falegnameria e apparati informatici, in cui un “artista” specializzato nella realizzazione di falsi, attraverso un “nickname”, metteva in vendita sui siti d’aste online centinaia tra quadri e litografie attribuite ad artisti contemporanei tra i più quotati.