Bova chiama Cantone e Bindi: “Si discuta delle norme per eliminare rischi infiltrazioni”

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“L’operazione “Cumps - Banco Nuovo” ci ricorda, di nuovo, quanto sia ancora forte l’interesse delle consorterie di ‘ndrangheta sugli appalti pubblici. Ma nel caso specifico, si evidenzia in maniera ancora più netta l’arroganza delle nuove leve ‘ndranghetistiche che non si fanno scrupoli ad interrompere una riunione di una pubblica amministrazione per intimidire gli esponenti politici e indurli ad affidare l’appalto alla consorteria”. È quanto scrive Arturo Bova, presidente della commissione anti ‘ndrangheta della Regione.

“Un fatto grave, gravissimo che non può essere in alcun modo tollerato dalla politica. Un fatto a cui bisogna rispondere con strumenti normativi in grado di tutelare il lavoro e l’incolumità di chi ricopre cariche elettive. Un fatto che, è giusto sottolinearlo, non è stato denunciato da nessun amministratore, circostanza che aggrava profondamente il quadro complessivo della vicenda. Ma tra le gravi storture messe in evidenza dall’operazione, ottima, della Dda di Reggio Calabria, c’è l’ormai consueta connivenza di chi ricopre il ruolo di funzionario della pubblica amministrazione con gli affari della ‘ndrangheta”.

“Esiste, ed è realmente difficile da combattere, un cancro aggressivo e pervasivo nella pubblica amministrazione. Non solo in Calabria, ma in tutto il Paese è necessario un serio impegno politico per tendere all’eliminazione totale del rischio di infiltrazione criminale, corruzione e concussione. In quest’ottica, nei prossimi giorni chiederò al presidente dell’Autorità Anti Corruzione, Raffaele Cantone, a tutti i presidenti delle Commissioni antimafia delle Regioni italiane e alla presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosi Bindi, di concordare un appuntamento congiunto in cui discutere di questo delicatissimo argomento. L’obiettivo dovrà essere quello di armonizzare nel più beve tempo possibile gli strumenti normativi a disposizione delle amministrazioni di tutto il Paese”.