Ruggiero (Lpi): “liberalizzazione parafarmacie, notevole risparmio dei costi per i cittadini”

Calabria Salute

“In merito all'incontro che c’è stato ieri tra il Presidente Ruggiero Lpi e l’onorevole Galgano (Civici e Innovatori) e poi con Codacons, siamo qui a rilasciare un nostro comunicato stampa. Torneremo a parlare di Liberalizzazioni” - così dichiara il leader della sigla Lpi, Ivan Giuseppe Ruggiero, in contrasto alle ultime congetture varate nei confronti delle para-farmacie da parte del Ministro della salute Beatrice Lorenzin.

“Una grande soddisfazione – prosegue la nota - dopo lo stralcio dal Ddl Lorenzin di emendamenti ammazza-parafarmacie, ho avuto conferma che si riparlerà a breve di liberalizzazioni, come anche del Delisting. Stiamo lavorando in questa direzione e non escludo che nella Legge di stabilità ci saranno proposte in tal senso per le Parafarmacie”.

“Codacons, come prevedibile, ci sosterrà nella lotta – riporta ancora il testo - liberalizzare significa generare Concorrenza e di conseguenza abbassare i prezzi dei farmaci. Sia il Delisting che la fuoriuscita dei farmaci di Fascia C, come anche la Farmacia non convenzionata, porterebbe ai Cittadini risparmi considerevoli e cioè: se da una parte le liberalizzazioni dei farmaci di Fascia C, genererebbero un risparmio che va dai 450 milioni ai 900 milioni di euro annui; dall’altra il Delisting avrebbe un duplice effetto, da una parte genererebbe risparmio dalla spesa pubblica di circa 774 milioni di euro annui e dall’altra attraverso un’azione di miglioramento della cultura dell’automedicazione, genererebbe risparmio sulle visite presso gli ambulatori medici di circa 985 milioni di euro”.

Poi c’è il discorso Parafarmacia dei servizi,cioè portare nelle Parafarmacie la possibilità di poter prenotare visite specialistiche Cup con pagamenti di eventuale Ticket. Oppure effettuare prestazioni analitiche di Prima e seconda istanza, come esami del sangue e l’uso di vari dispositivi di controllo”.

“L’Italia spende in servizi di Cup in sanità pubblica (esclusi ospedali e altre strutture private), circa 750 milioni di euro annui. Circa il 50% di questa cifra viene speso in servizi di call-center, affidati di norma a outsourcer privati – ricorda infine Ruggiero - trasformare secondo stime dell’osservatorio netics, gradualmente (nell’arco di 1-2 anni) i Cup in strutture capaci di gestire l’insieme delle relazioni col paziente, utilizzando strumenti di Prm (Patient Relationship Management), porterebbe a vantaggi considerevoli. La reingegnerizzazione dei processi di prenotazione delle prestazioni, riducendo i costi di gestione dei Cup, ampliando ad altri soggetti come le Parafarmacie, la gestione del Cup, porterebbe a un risparmio dei costi di circa 150 milioni anno”.