Omicidi di ‘ndrangheta, aggravante mafiosa. In carcere i vertici dei clan crotonesi

Crotone Cronaca

A finire in manette nell’operazione "Aemilia 1992", eseguita stamani dalla mobile emiliana, sono stati quelli che la Dda ha definito come gli “esponenti apicali della ‘ndrangheta”.

Si tratta di Nicolino Grande Aracri, a capo dell’omonima cosca di Cutro; Nicolino Sarcone, anch’egli cutrese, a sua volta ritenuto elemento di vertice del clan che opera in Emilia; e Angelo Greco, detto “Lino” presunto boss della ‘ndrina - esistente nel torinese - di San Mauro Marchesato, facente capo al locale di Cutro.

Tutti e tre sono già detenuti e sono considerati gli autori di due omicidi che hanno sconvolto la comunità reggiana nel 1992, quello di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero.

L’OMICIDIO DI VASAPOLLO

Un quarto d’ora dopo mezzogiorno del 21 settembre del 1992, Nicola Vasapollo era solo nell’appartamento di via Pistelli 7 a Reggio Emilia, perché sottoposto ai domiciliari. L’uomo aveva però ricevuto la visita di due persone che, armate, l’avevano ucciso a colpi di arma da fuoco.

Gli assassini si erano poi allontanati a bordo di una Fiat Uno che è fu ritrovata non molto lontano dal luogo del delitto. L’autovettura usata dagli assassini era stata pulita con spray per la cancellazione di ogni impronta.

L’UCCISIONE DI RUGGIERO

L’altro omicidio è stato compiuto invece nella notte successiva, il 22 settembre dello stesso anno, quando una Fiat Uno con la scritta “Carabinieri” sulle fiancate e il lampeggiante sul tetto entrò nel cortile dell’abitazione della vittima a Brescello.

Dall’auto scesero due persone vestite da Carabinieri, che uccisero Ruggiero a colpi di arma da fuoco. L’autovettura era stata rubata poche settimane prima ed trasformata in una gazzella dell’Arma. I due finti “carabinieri” erano due presunti ‘ndranghetisti.

Per questi omicidi erano già stati condannati all’ergastolo, con sentenza divenuta definitiva il 2 maggio 1997, Raffaele Dragone e Domenico Lucente.

I MANDANTI E GLI ESECUTORI MATERIALI

Le accurate indagini svolte sulle dichiarazioni di due collaboratori, Angelo Cortese e Antonio Valerio, che hanno preso parte all’omicidio di Ruggiero, avrebbero consentito di raccogliere dei gravi indizi nei confronti delle persone fermate oggi.

Grande Aracri è così ritenuto il mandante degli omicidi, mentre Sarcone sarebbe stato l’esecutore materiale, dell’omicidio di Nicola Vasapollo. Inoltre, Grande Aracri, Sarcone e Greco sono accusati di essere i responsabili, a vario titolo, dell’omicidio di Ruggiero; fatto che - secondo gli inquirenti - sarebbe stato compiuto da un gruppo di fuoco che avrebbe inscenato un controllo di Polizia dal momento che l’uomo era, appunto, ai domiciliari.

Il gruppo, per l’accusa, avrebbe pianificato nei dettagli l’omicidio utilizzando tre autovetture rubate, tra le quali la Fiat Uno, appositamente camuffata da “gazzella”, poi abbandonata sul luogo dell’omicidio, e due vetture di copertura utilizzate, poi, per la fuga.

Le attività di riscontro portate avanti dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia, con il coordinamento della Squadra Mobile di Bologna e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, avrebbero consentito di raccogliere numerosi riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori e oltre che gravi indizi di colpevolezza anche per l’omicidio di Nicola Vasapollo.

Durante le indagini sono stati visionati i fascicoli degli episodi sulla guerra di mafia combattuta nei primi anni ’90 in Calabria e nel Nord Italia, in particolare nelle province di Reggio Emilia, Cremona e Mantova.

Il gip di Bologna ha riconosciuto l’aggravante mafiosa per entrambi gli omicidi che, quindi, possono essere inseriti in quadro di guerra ‘ndraghetistica combattutasi, anche a Reggio Emilia, in quegli anni.

Oltre ai tre arrestati vi sono due ulteriori persone indagate e destinatarie di perquisizioni eseguite sempre oggi.

DALLE AMANTI ALLE TELEFONATE: IL LAVORO CERTOSINO DEGLI INQUIRENTI

Nel corso dell'operazione gli investigatori hanno visionato e studiato analiticamente decine di fascicoli anche relativi ad altri fatti di sangue ed inquadrabili nella stessa guerra di mafia.

In particolare, l’attenzione si è concentrata sui tabulati telefonici che nel 1992 riguardavano proprio le utenze degli indagati.

Altro elemento è stato quello di identificare le compagne e amanti dell'epoca, la ricerca di un'autovettura in uso da parte dei tre e le contravvenzioni elevate in quell'anno.

E poi, lo studio delle cartine topografiche degli anni 1990 e quelle attuali. Ad esempio, gli inquirenti hanno ricostruito il percorso effettuato dal commando che ammazzò Ruggiero: si è scoperto che avrebbe infatti percorso un ponte, esistente nel 1992 e sostituito da un altro sopraelevato.