Tre ospedali in costruzione. Nesci (Udicon): “basta ritardi del Governo”

Reggio Calabria Salute

Tre ospedali da costruire, tre realtà diverse, ma lo stesso ritardo nell’avvio dei lavori. Si sta chiaramente brancolando nel buio e la pazienza è giunta al limite, i cittadini calabresi ed in questo caso particolare coloro che usufruiscono dei servizi sanitari a Vibo Valentia, a Palmi ed a Sibari, hanno la necessità di avere nuove strutture sanitarie – scrive in una nota il Presidente Nazionale Udicon, Denis Nesci – seguiremo tappa dopo tappa il percorso che dovrà fare il Presidente della Regione Calabria Oliverio, per serrare i tempi e capirne i dettagli".

"Stiamo parlando di opere già appaltate per un valore che si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di euro, l’idea di una commissione regionale d’inchiesta ad hoc del sottosegretario al Mise, Antonio Gentile, è sicuramente positiva – prosegue Nesci – ma bisogna andare a fondo e concretizzare questa proposta. Vista l’assenza di interventi fino a questo momento, da parte del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, auspichiamo una visita nei posti più critici colpiti da questa carenza sanitaria, dovrebbe ricordarsi che la sanità in Calabria è commissariata e che il commissario è stato confermato proprio da lei”.

“Non c’è pace in Calabria, ora si ritorna sul tema della sanità, sovrastato da un gigantesco punto interrogativo con sopra i nomi dei mai costruiti ospedali di Sibari, Palmi e Vibo Valentia. Il livello delle strutture sanitarie calabresi è ai minimi storici, pare infatti che la Calabria sia la penultima regione italiana per qualità nel settore sanitario. Questo non solo comporta gravi disagi ai cittadini, ma fa sprofondare in un grande cratere la volontà di crescita del Mezzogiorno” - è aspro e alquanto chiaro il tono con cui Nesci si rivolge al Governo che si chiede ancora: “chi non ha permesso che i lavori cominciassero? Questa è uno degli interrogativi per i quali vogliamo un’immediata risposta la trasparenza, soprattutto quando si parla di sanità, deve essere all'ordine del giorno e non certo dovremmo stare qui a pretenderla. I soldi sembra che siano già stati spesi, bene, vogliamo sapere dove, come e perché, visto che non pare siano stati utilizzati per tutelare la salute dei cittadini. Gli utenti sono costretti ad andare fuori regione per via anche dell’assenza del personale che in alcuni nosocomi è molto ristretto e in altri c’è una totale assenza di turnover”.

“Nel 2004 è stata poggiata la prima pietra del nuovo ospedale di Vibo Valentia, la seconda ancora la stiamo aspettando – insiste infine Nesci – chiediamo formalmente di accedere agli atti per avere contezza di quanto successo, chiediamo di partecipare ai tavoli sulla vicenda e non ci fermeremo fin quando ogni dubbio non sarà fugato”.