Economia. Calabria: imprese in crescita ma solo perché ne chiudono meno

Crotone Attualità

Nel corso del II trimestre dell’anno, il saldo annuale tra iscrizioni e cessazioni di imprese in Calabria è stato di 1.226 unità. A determinarlo hanno concorso 2.848 iscrizioni di nuove aziende - 521 in meno rispetto alla stessa rilevazione del 2016 - e 1.226 cessazioni di imprese esistenti, dato al netto delle cancellazioni d’ufficio.


Il dato emerge dal report “Movimprese”, che analizza le dinamiche di natalità e mortalità delle imprese a livello regionale (in questo caso da Aprile a Giugno di quest’anno) e pubblicato dall’Ufficio studi della Camera di commercio di Crotone.

“Ancora una volta la nostra regione fa registrare tassi di sviluppo positivi” commenta il presidente della Cciaa pitagorica, Alfio Pugliese, aggiungendo che sono due i punti da evidenziare: “in primis che, anche se il numero delle nascite di nuove imprese nel trimestre è stato inferiore rispetto allo stesso periodo del precedente anno, tuttavia anche il numero delle cessazioni è fortemente diminuito, attestando un allentarsi della morsa della congiuntura negativa”.

Inoltre, un altro importante elemento è il fermento imprenditoriale che emerge in particolar modo nelle due giovani province di Crotone e Vibo Valentia, “attestando che, proprio in tali territori, ci sono ancora potenzialità inespresse. È a queste aree - evidenzia Pugliese - che le istituzioni regionali e nazionali dovrebbero guardare migliorando le condizioni di contesto per favorire lo sviluppo imprenditoriale ed il consolidamento delle imprese già esistenti”.

DATI PEGGIORATI RISPETTO AL 2015 E 2016

Per le iscrizioni si tratta di un dato peggiorativo rispetto agli ultimi due anni: con la differenza di ben 521 imprese iscritte rispetto al II Trimestre del 2016; e con meno di 471 nuove iscrizioni, rispetto al 2015. Nonostante il dato delle nuove iscrizioni sia in netto calo, il tasso di crescita rimane positivo, pari allo 0,67% poiché vi è anche una significativa riduzione delle cessazioni di impresa, anche al netto delle cancellazioni d’ufficio.

Il tasso di crescita regionale è nettamente al di sopra della media nazionale (0,59%), e posiziona la nostra Regione in 8a posizione nella graduatoria nazionale per tassi di crescita delle imprese.

CROTONE E VIBO TRAINANO LA CRESCITA

Guardando alle forme giuridiche, in termini assoluti l’aumento del saldo è da ascrivere principalmente alle società di capitali (+572 unità, ed un tasso di sviluppo positivo pari all’1,66%); a seguire alle altre forme, sostanzialmente cooperative e consorzi, che con un saldo di 39 imprese fanno registrare un tasso di sviluppo pari allo 0,55%; ed alle ditte individuali che con un saldo positivo di 656 imprese, registrano un tasso di crescita pari allo 0,54%.

L’unico saldo negativo per il II^ Trimestre dell’anno in corso, si registra invece, per le società di persone che con 41 imprese in meno rispetto alla precedente rilevazione, fanno registrare un tasso di crescita negativo pari a -0,19%

L’analisi di dettaglio dei principali indicatori della nati-mortalità delle imprese regionali, sempre nel secondo trimestre, mostra che il saldo positivo regionale, è influenzato soprattutto dai tassi di crescita registrati dalle imprese del Crotonese e del Vibonese e del Catanzarese, che fanno registrare un tasso pari allo 0,76%. Positivi anche i tassi delle restanti province calabresi.

A trainare dunque la crescita della Calabria, sono state proprio le province di Crotone e Vibo che insieme rappresentano poco meno del 17% del totale delle imprese regionali, ma che risultano essere assai più dinamiche del restante 83% delle imprese con sede nelle altre province.

Relativamente alla forma giuridica, le attività imprenditoriali rimangono rappresentate prevalentemente da ditte individuali, ben il 65,5% del tessuto imprenditoriale dell’intera regione. A seguire, le società di capitali con il 18,9% del totale e le società di persone, che rappresentano l’11,8% del totale. Più contenuta invece è la percentuale delle altre forme giuridiche, che rappresentano il 3,8% del tessuto imprenditoriale provinciale.

L’ANDAMENTO PER SETTORE DI ATTIVITÀ

Il saldo positivo è da imputare principalmente alle imprese non classificate (+850 aziende); a seguire, quelle agricole (+261 unità).

Più contenuti gli altri saldi positivi: altre attività di servizi (+49 imprese); Costruzioni (+36 aziende); Attività professionali, scientifiche e tecniche (+26 unità); Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+25 unità); noleggi, agenzie viaggio, servizi (+10 imprese); Sanità e assistenza sociale (+6 unità).

Tra i saldi negativi, Attività manifatturiere (-23 imprese); Trasporto e magazzinaggio (- 14 imprese); Servizi di informazione e comunicazione (-3 aziende). Sostanzialmente stabili i restanti comparti.

Il tessuto imprenditoriale calabrese è composto in misura prevalente da imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare, il 31,9% nel commercio; il 17,1% in agricoltura; il 17,2% in altre attività e l’11,6% nelle costruzioni.

Esigua la percentuale degli altri settori, per i quali si registra il 7,2% per le attività del manifatturiero; il 6,9% per il comparto turistico e della ristorazione, mentre le Imprese non classificate rappresentano l’8,1% dello stock delle imprese calabresi al 30 giugno 2017.