Nuove sfide per il giovane scrittore coriglianese Lazzarano

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“Il mio è un lavoro che voglio proporre a una platea più ampia possibile. Aprire un dibattito costruttivo non solo per quanto riguarda la struttura dei personaggi e della storia in sé, ma soprattutto per poter discutere la mia visione del periodo storico analizzato. Per fare ciò bisogna muoversi in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale e non solo. Qualcuno potrebbe considerare prematura un’affermazione del genere ma credo non sia così. Una volta che ci si lancia in un mercato come quello editoriale, se si è coscienti e sicuri di quello che si dice, non si può non cercare un confronto su un argomento che riguarda tutta la nazione. Inoltre, la mia apertura a una possibile esportazione de “La leggenda di Leon” non è del tutto infondata. Infatti l’aver conferito a un personaggio tutto sommato estraneo al contesto risorgimentale, almeno questo storicamente parlando, delle caratteristiche che sono a tutti gli effetti una novità, potrebbe permettermi questo”.

Ha le idee ben chiare Armando Lazzarano, giovane scrittore che a Corigliano Calabro è nato e vive, autore del romanzo “La leggenda di Leon”, recentemente presentato presso la locale Opera Salesiana con la partecipazione di un uditorio numeroso e attento.

Il libro sta registrando un notevole interesse, suscitando curiosità anche per l’originalità con la quale talune tematiche vengono affrontate. Tant’è che si annunciano a breve, subito dopo la pausa estiva, ulteriori appuntamenti letterari in località della Calabria e, soprattutto, di altre regioni italiane, che verranno di volta in volta divulgati.

“Il personaggio in questione – spiega Lazzarano – arriva da un contesto dove il patriottismo è davvero la forza di quella nazione, dove effettivamente si può parlare di qualcosa di tangibile. Eventi che hanno visto protagonisti sul campo individui che a oggi, e il personaggio in questione lo è anche qui in terra di Calabria, risultano essere a tutti gli effetti leggende nella loro terra d’origine”.

“Doveroso, per quanto mi riguarda, tributare almeno a uno di loro, che tra le altre cose – aggiunge l’autore - si è battuto per la libertà delle nostre terre, gli onori che merita. Lo stesso discorso non si può certo fare per i cosiddetti “padri fondatori” della nazione. Nient’altro che burocrati invasori dal mio punto di vista. Partendo da Vittorio Emanuele, passando per Cavour e finendo con Garibaldi, questi altro non hanno fatto che metter su una messa in scena atta solo a denigrare e depredare le terre del sud della penisola. Questi sono i punti su cui discutere, su cui confrontarsi se si vuole sbrogliare il bandolo della matassa”.

“La mia idea di unire fantasy e storia – prosegue Lazzarano – nasce principalmente dalla necessità di far qualcosa d’inedito, di completamente diverso, che vede come protagonista queste terre. Sarebbe stata una perdita di tempo inutile, almeno a mio avviso, romanzare questo periodo inserendo la classica vicenda dei due innamorati magari alla mercé di un periodo storico come questo. Serviva un personaggio nuovo, un personaggio in grado d'interagire e partecipare attivamente alla questione”.

Un personaggio, spiega, “con un cervello, che commette certo degli errori ma che in ogni caso cerca un rimedio alla sciagurata situazione sua personale e quella politica cui si ritrova protagonista. Un personaggio che possiede delle qualità, dei tratti distintivi che magari non sono proprio una novità assoluta ma che provano a riscrivere in un certo qual modo un quadro arrivato oggi a noi completamente distorto”.

Infine, Lazzarano coglie l’occasione, a proposito della sua prima pubblicazione e dell’avvenuta presentazione, di “ringraziare per la partecipazione il professor Giovanni Pistoia, persona disponibile e attenta, divulgatore di cultura e aperto nell’affrontare una situazione letteraria al di fuori dai canoni da lui solitamente trattati”.

“Un grazie va anche al giornalista Fabio Pistoia che con il suo infaticabile lavoro di ufficio stampa si è prodigato nell’informare dell’evento media e giornali. Senza di lui questa avventura non sarebbe partita allo stesso modo. Ringrazio Giuseppe Gaccione e la tipografia Orlando di Corigliano Calabro che con la loro professionalità hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento. Ultimo, ma non ultimo, un grazie va a Michele Falco per aver creduto in questa opera”.