Corigliano. L’amministrazione comunale chiede al sindaco chiarezza sulla fusione

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"Alcuni sostenitori della fusione dichiaratamente schieratisi contro il sindaco Geraci, continuano a distorcere la realtà con menzogne, falsità ed omissioni di fatti. Geraci è diventato “cattivo” perché da tempo sta facendo notare incongruenze legislative".

E' quanto dichiara una nota dell’amministrazione comunale aggiungendo che "illegittimità, forzature normative sulla fusione che rendono il referendum poco credibile. Geraci è diventato “cattivo” perché chiede che a partita iniziata non vengano cambiate le regole in corso, cioè è “cattivo” perché, mentre si gioca, è come se chiedesse che non vengano ridotte le porte del campo, che non vengano fatti entrare altri giocatori aggiuntivi e che si giochi con un solo pallone. A questo punto apriti cielo: si scatena il finimondo contro il “cattivo” che ha osato richiamare tutti al rispetto delle regole, che ha avuto l’ardire di sottolineare evidenti illegittimità. I più accaniti ad attaccarlo sono quei falsi democratici e legalitari a comando che dovrebbero ringraziarlo per la battaglia di democrazia e di legalità che sta portando avanti. Anzi appare del tutto strano, inspiegabile e sospetto che questa battaglia per la difesa di regole certe e chiare non venga sostenuta dall’Amministrazione di Rossano e dalle altre istituzioni”.

“Volutamente, per dirottare l’attenzione – aggiunge la nota - qualcuno mischia il quorum delle elezioni politiche ed amministrative che non c’è mai stato in Italia con il quorum referendario che è sempre esistito per questioni costituzionali e per questioni di nuovo riassetto territoriale. La confusione è dovuta ad ignoranza o a malafede? Per evitare di rispondere nel merito qualcuno si nasconde sul cosiddetto “referendum consultivo” che sarebbe solo di indirizzo e niente più. Sanno tutti che non è così e abbiamo visto come è andata a finire con Spezzano Piccolo che ha espresso volontà contraria ed è stato incorporato ai Casali del Manco. GERACI è diventato “cattivo” perché chiede che se al referendum la maggioranza di uno dei due comuni vota no si deve rispettare la volontà dei cittadini, senza tenere conto della maggioranza complessiva”.

“Con il precedente negativo di Spezzano Piccolo, - in conclusione - con regole elastiche e variabili crediamo che sia dovere di un sindaco pretendere simili chiarimenti a tutela della volontà dei cittadini della propria Città. Se finora la politica sulla questione fusione è stata assente, soppiantata da forze esterne e da un certo associazionismo che vedono in essa solo l’occasione per progetti affaristici e per organigrammi già definiti di spartizione di potere, allora il “cattivo” che solleva dubbi deve essere messo alla gogna e additato come “nemico” di questa fusione. Un sindaco responsabile e libero da pressioni asfissianti deve garantire la libera espressione dei suoi cittadini attraverso il rispetto di regole certe e democratiche. Ciò è possibile e fattibile, in tempi brevi, con la buona volontà e l’impegno di tutti, anche se certo associazionismo abituato al protagonismo non è d’accordo”.