“Malvito Bene comune”: confronto tra nuova e vecchia amministrazione

Cosenza Attualità
Il castello di Malvito

È così che l’associazione “Malvito-Bene Comune” esprime il proprio sdegno nei confronti di un’amministrazione comunale che definisce "fallimentare cui è stata imputata persino un’ordinanza da parte del tribunale civile di Cosenza": “ci sono voluti venticinque lunghissimi anni (1992 – 2017), perché si concludesse la brutta storia sulle assunzioni abusive effettuate dall’allora sindaco di Malvito Fulvio Callisto che, improvvisandosi collocatore, aveva elargito posti di lavoro per creare consensi intorno alla sua persona di giovane politico rampante”.

“Saremmo ciechi e indolenti se non condannassimo, con tutte le nostre forze, l’ennesimo atto di sciacallaggio perpetrato alla memoria di una persona limpida, ancora amata dalla nostra piccola comunità. Dal blog di Callisto, www.fulviocallisto.it, - legge e riporta il gruppo - “il pretore confermò l’ordinanza d’ingiunzione e pertanto… avrebbe dovuto trovare normale liquidazione da parte dell’amministrazione Miceli (eletta nel 1995). Invece l’amministrazione Miceli, trattenendo la cartella… non intese pagarla. Quanta miseria umana in queste parole, ancora adesso! Come fa il Callisto, a scrivere queste cose, se quella cartella era sua? Poteva, il compianto sindaco Miceli, il caro Vittorio, pagare per le porcherie e gli abusi fatti da Callisto? E perché ha deciso di pagare, grazie a una colletta, se spettava al comune?"

“Ci ricordiamo invece, noi, - conclude - delle cose belle di quel sindaco, cose per le quali la comunità è ancora grata. Una per tutte: il progetto dei lavoratori Lsu e Lpu, non per chiamata diretta da parte del sindaco scavalcando l’ufficio di collocamento; non per 10 o 20 giorni; non per somme urgenze inesistenti, bensì per un progetto di lungo respiro, grazie al quale tantissimi malvitani potranno godere della pensione”.