Omicidio Franzè: assassinato per denaro? Arrestati i figli dell’amante

Reggio Calabria Cronaca

Per gli inquirenti si sarebbe e fatta luce sull’omicidio, avvenuto oltre tre anni fa, di Michele Franzé, all’epoca 65enne e ucciso nella sua casa di Contrada Salice, a Galatro, nel reggino.

Stamani all’alba i carabinieri di Gioia Tauro hanno difatti tratto in arresto due fratelli, Daniele e Giuseppe Matalone, rispettivamente di 27 e 30 anni (ed entrambi della frazione Monsoreto di Dinami, nel vibonese), ritenuti i responsabili del delitto che risale al 9 Gennaio del 2014, e accusati di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e di detenzione e porto illegale di arma da fuoco.

IL PROVVEDIMENTO di oggi, emesso dal Gip del Tribunale di Palmi, arriva al termine di una complessa d’indagine, condotta dai militari Gioia Tauro sotto la direzione della Procura, e che era stata avviata subito dopo il grave fatto di sangue.

Gli investigatori, allora, avevano eseguito infatti un preciso sopralluogo sul luogo del delitto e ascoltato diverse persone, arrivando a ritenere di aver ricostruito la dinamica dell’omicidio e, quindi, di aver raccolto elementi considerati “gravemente indizianti” a carico dei due fratelli.

I Matalone, spiegano i militari, sono i figli di una 51enne legata da una relazione sentimentale con la vittima. Da una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali, ma anche dall’ascolto di alcuni testimoni, emergerebbe che il movente sia da ricercare in dei dissidi privati ed economici tra i due presunti assassini e la vittima.

Dei dissapori che, sempre secondo la tesi accusatoria, si sarebbero acuitisi prima dell’omicidio e legati anche alla scelta di Franzé di non dare più denaro ai familiari della donna.

Durante le investigazioni sarebbero state così raccolte numerose fonti di prova che avrebbero consentito, innanzitutto, di collocare i due indagati nel luogo dell’omicidio e in un arco di tempo compatibile con l’ora del delitto; inoltre, riscontrando le dichiarazioni dei testimoni e analizzando le intercettazioni sarebbe uscito fuori proprio “un piano” elaborato dai fratelli per costruirsi anche dei falsi alibi.

I carabinieri ricordano, in tal senso, alcuni episodi: ovvero quanto i Matalone avrebbero tentato di giustificare le tracce di polvere da sparo ritrovategli sui vestiti subito dopo l’omicidio, con il fatto di essere andati il giorno prima ad una battuta di caccia; circostanza, questa, che non è stata riscontrata dagli investigatori che invece sarebbero riusciti a dimostrarne l’infondatezza.

Poi, in un secondo momento, e per confutare l’ipotesi secondo cui i colpi contro Franzé potevano aver investito anche il killer o i killer che avevano imbracciato l’arma del delitto, Daniele Matalone avrebbe giustificato una ferita sulla fronte dicendo di essersela procurata, il giorno precedente all’omicidio, per un incidente sul lavoro. Anche in questo caso le indagini avrebbero però dimostrato che non sarebbe stata questa la verità.

Gli arrestati sono stati trasferiti nella Casa Circondariale di Vibo Valentia in attesa dell’interrogatorio di garanzia.