Elezioni comunali. A San Luca non ci si candida: nessuna lista presentata

Reggio Calabria Cronaca

Poco più di un mese alle prossime consultazioni amministrative ma al Comune reggino di San Luca nessuna lista è stata presentata per l’elezione di sindaco e Consiglio comunale.

La tornata andrà dunque a vuoto per il centro aspromontano della Locride tristemente noto per fatti di ‘ndrangheta, a partire dalla famigerata faida che prende il nome proprio da questo comune e che arrivò all’apice della sua ferocia sanguinaria con l’ancor più famosa strage di Duisburg.

L’ente era stato sciolto nel 2013 per mafia. Nel 2015, anno in cui si tennero le amministrative, si presentò una sola lista, Liberi di Ricominciare, che non raggiunse il quorum utile.

CRIACO: TUTTI CONVINTI DI ESSERE COLPEVOLI, LO STATO HA FALLITO

“A San Luca si sono convinti di essere colpevoli e per questo si sono cosparsi il capo di cenere, hanno scelto la rinuncia totale. Una sopportazione che si trasforma in non scelta. È una resa che è peggio di tutto". Così lo scrittore Gioacchino Criaco commenta con amarezza quella che definisce “l'ennesima occasione persa per San Luca”

"Si dice che i commissari prefettizi abbiano bene amministrato - risponde all'Agi l'autore di "Anime nere" - ma non si può rinunciare solo perché si ritiene che ci sia un bravo commissario a governare". Criaco è originario dell'Aspromonte e alcune settimane fa aveva espresso il suo pensiero anche su Facebook dopo l'inaugurazione di un campo di calcio che aveva richiamato autorità di governo ed i riflettori della stampa sulla cittadina.

"San Luca - afferma - si è ormai convinta di avere un peccato collettivo da scontare e da anni, religiosamente, sopporta ogni tipo di reprimenda, accoglie con gioia variegati profeti del bene, accetta consigli, asseconda progetti che arrivano da fuori". Affidarsi a un commissario prefettizio, per quanto bravo, dice Criaco, "è una sconfitta"; è, aggiunge, “la convinzione che la salvezza arriverà da fuori".

Per lo scrittore “un popolo che non discute, non si interroga, non protesta, non è più un popolo” e lo Stato che si propone come salvatore "ha già fallito".