Latitante da anni per droga e rapina, tradito da una telefonata: beccato in Albania

Reggio Calabria Cronaca

Gli inquirenti lo considerano un elemento dall’elevata caratura criminale, condannato nel 2014 dal Tribunale di Locri ad oltre 7 anni di carcere per produzione, traffico e detenzione di stupefacenti, rapina a mano armata, ricettazione ed evasione, oltre che per svariati reati minori.

Il 26 ottobre del 2011, il giorno del suo compleanno, mentre si trovava ai domiciliari a casa dei genitori, a Palizzi Marina, nel reggino, era evaso organizzando nella notte precedente una complessa fuga verso l’Albania dove, nemmeno una settimana più tardi, il 1 novembre, cambiò nome da Leonard Mucllari a Hasan Mucollari, così convinto di riuscire a sparire e riorganizzare la sua vita, da uomo libero, nel paese dell’est Europa.

Un progetto che sembrava avviato sulla strada sperata: nell’agosto del 2012 si era anche sposato con una connazionale, sempre in Albania - aveva poi avuto una figlia – ed era andato ad abitare a Pogradec, cittadina di circa 30mila abitanti nel sud-ovest del Paese (che affaccia sul lago di Ocrida ai confini con la Macedonia) e dove lavorava, saltuariamente, come autotrasportatore.

Il latitante, però, non aveva fatto tutti i conti: gli investigatori italiani, difatti, non avevano mai smesso di cercarlo. Per questo avevano sempre controllato i genitori e la sorella minorenne, che vivono a Palizzi. E nonostante questi utilizzassero numerose accortezze, nei primi anni interrompendo finanche qualsiasi contatto con il ricercato, a distanza di circa cinque anni dalla sua fuga, Mucllari (28 anni) è stato finalmente rintracciato ed arrestato.

Il blitz è scattato all’alba quando i carabinieri di Bianco sono entrati in azione nella cittadina di Pogradec, assistiti dai colleghi del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dalla Polizia Albanese.

“GALEOTTA” FU LA TELEFONA AL PADRE

Il lasso di tempo che nel frattempo era trascorso da quando il 28enne era sparito, probabilmente lo aveva indotto a pensare di essere ormai al sicuro, forte anche della nuova identità e residenza nel Paese di origine. È stato sufficiente, però, una sola telefonata, avvenuta a settembre dell’anno scorso e ricevuta dal padre, a dare un nuovo impulso alle indagini.

Sono state disposte delle intercettazioni sia telefoniche che ambientali, monitorando i contatti e gli spostamenti dell’intero nucleo familiare. Un’antica tradizione albanese vuole, infatti, che la nuora chiami “mamma la suocera, e ciò ha consentito in prima battuta di apprendere del matrimonio del latitante oltre che di individuarne con certezza la moglie.

GRAZIE A FACEBOOK RICOSTRUITA LA SUA NUOVA VITA

Un importante elemento di innovazione nelle indagini, inoltre, è stato l’utilizzo da parte degli investigatori di un noto social network, risultato fondamentale per riuscire ad identificare, in Albania, amici e familiari del latitante, ma anche per ricostruire nei dettagli la sua nuova vita privata: a partire dalla localizzazione dello stesso a Pogradec, per poi arrivare all’abitazione, ai luoghi frequentati e alle sue nuove sembianze.

Infine, nel dicembre del 2016, un viaggio nel paese dell’est effettuato dai genitori del ricercato, desiderosi di incontrare la nipotina, ha permesso poi di localizzazione con certezza la sua nuova residenza e l’avvio delle procedure per internazionalizzare il Provvedimento Esecutivo del Tribunale di Locri, grazie al quale i militari dell’Arma hanno potuto catturare il latitante direttamente in Albania, grazie anche alla stretta collaborazione del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e, sul luogo, delle Autorità albanesi.

Leonard Mucllari, dopo l’arresto è stato condotto nel carcere di Pogradec dove sconterà la pena di 7 anni e 3 mesi di reclusione.