Legge regionale sulle spiagge, Sib Calabria: “Invade competenze dello Stato”

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“La proposta di legge della Giunta Regionale nr. 229/10, approvata con delibera nr. 138 del 7 aprile, se da un lato sblocca positivamente l’attività concessoria nel caso di mancata approvazione del piano comunale della spiaggia da parte dei Comuni, dall’altro introduce alcuni elementi normativi inaccettabili oltre che costituzionalmente illegittimi”.

Lo scrive in una nota Antonio Giannotti, presidente del Sib Calabria che aggiunge: “Al comma 4 dell’articolo 1, infatti, si esclude un indennizzo nel caso di revoca delle concessioni demaniali rilasciate nelle more dell’approvazione dei PCS nel caso di contrasto con il piano medesimo, mentre al comma secondo dell’articolo 2 si esclude ogni possibile proroga delle concessioni in essere oltre a quella contenuta nell’articolo 1 comma 18 della legge nr. 25 del 26 febbraio 2010”.

Esclusioni, sia dell’indennizzo che di una ulteriore proroga, che secondo Giannotti “invadono una competenza per materia che è esclusiva dello Stato (ex art. 117 comma II lettera e). La Regione Calabria non può, infatti, disciplinare ciò che, invece, compete allo Stato in ordine sia al riconoscimento di un indennizzo sia di eventuali ulteriori estensioni della scadenza delle concessioni demaniali marittime”.

A questo proposito il presidente Sib ricorda che è iniziato, presso la VI e X Commissioni della Camera dei Deputati, l’iter legislativo sul Ddl 4302 che prevede la delega al Governo per una riforma organica della disciplina sulle concessioni demaniali marittime. Proprio ieri, poi, si è tenuta la riunione congiunta delle Commissioni turismo e demanio della Conferenza delle Regioni che si è conclusa ribadendo, all’unanimità, il sostegno di tutte le Regioni italiane verso le imprese balneari.

Giannotti ritiene che le esposte disposizioni della proposta di legge regionale “contraddicono questa manifestazione di volontà politica e – afferma - ingenerano ulteriore incertezza nel settore della balneazione attrezzata. Tutto questo certamente non aiuta il turismo e lo sviluppo economico della Calabria. Confidiamo, pertanto, che il Consiglio regionale in occasione del loro esame abroghi tali norme inopportune e costituzionalmente illegittime”.