Da Isola a Crotone e fino a Catanzaro, così la droga si spacciava in città e provincia

Crotone Cronaca

Cinque mesi di indagine, dal novembre 2015 all’aprile del 2016, per mettere insieme i tasselli che hanno portato gli investigatori della mobile ad un avere un quadro chiaro e delineato: quello di un’organizzazione capace di gestire il traffico e lo spaccio di droga nel crotonese, tra il capoluogo ed Isola Capo Rizzuto, ma che si allargava anche fino a Catanzaro.


L’hanno chiamata Black Island l’operazione che stamani ha spalancato le porte del carcere per Betim Xeka cl. 73; Sabri Disha cl. 82; Antonio Lequoque cl. 69; Emilio Poerio cl. 60; Giovanni Martino cl. 68; Giulio Bubba cl. 82; Santo Vittimberga cl. 71; Armando Abbruzzese cl. 84; Cosimo Passalacqua cl. 79; Enzo Costantino cl. 71; Nicola De Giovanni cl. 75; Santo Mirarchi cl. 84; Nicola Perri cl. 54.

Ai domiciliari, invece, è finita Alfonsina Giardino (cl. 78), mentre sono stati sottoposti al divieto di dimora nelle province di Crotone e Catanzaro Pasqualino Trusciglio (cl. 62) e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria Domenico Longo (cl. 56).

Dall’inizio le attenzioni degli inquirenti sono cadute su un cittadino albanese, Betim Xeka, residente ad Isola Capo Rizzuto e che, quotidianamente, avrebbe preparato, nascosto e ceduto dell’eroina oltre ad intrattenere rapporti ritenutiilleciti con vari personaggi che orbitano negli ambienti del traffico di stupefacenti.

Tra questi, ed in particolare, Santo Vittimberga, altro soggetto attivo ad Isola da cui l’albanese sarebbe stato solito rifornirsi di grossi quantitativi di eroina; ed un altro complice che avrebbe avuto invece il compito di effettuare le consegne e riscuotere i pagamenti sempre per conto di Xeka.

Un altro personaggio della storia sarebbe poi Giovanni Martino, all’epoca dei fatti ai domiciliari perché coinvolto in una precedente indagine antidroga, e che nonostante ciò avrebbe continuato ugualmente a spacciare.

Dalle indagini emergerebbe il “modus operandi” di Vittimberga e Xeka che, particolarmente attenti a non farsi scoprire, si sarebbero premurati di nascondere l’eroina in zone di campagna isolate e, di volta in volta, recuperandone quanto necessario per soddisfare le esigenze dei clienti.

La “frenetica e quotidiana” attività di spaccio a Crotone, sempre secondo gli investigatori, sarebbe stata invece compito di altri quattro: Giulio Bubba, Emilio Poerio, Pasqualino Trusciglio e Domenico Longo.

L’ingente quantitativo di droga di cui l’albanese avrebbe disposto gli avrebbe consentito inoltre di allacciare rapporti con pregiudicati attivi nel centro di Catanzaro, che gestivano alcune piazze di spaccio nel capoluogo e che a lui si rivolgevano per acquistare consistenti partite di eroina; tra questi Enzo Costantino, Santo Mirarchi, Cosimo Passalacqua e Armando Abbruzzese.

Gli agenti della mobile crotonese hanno ricostruito gli spostamenti degli indagati ritrovando e sequestrando in più occasioni oltre tre chili di eroina e più di un etto di marijuana.

Durante un pedinamento è stato inoltre rinvenuto, in un’area rurale di Isola di Capo Rizzuto, un fucile mitragliatore di fabbricazione serba (una delle migliori versioni di kalashnikov prodotta nel blocco sovietico) con tanto di caricatore con 21 cartucce (calibro 7.62 x 39) e che era stato nascosto in precedenza da Xeka; quest’ultimo è ritenuto inoltre responsabile dell’incendio di un’autovettura utilizzata da uno indagati: in pratica gli avrebbe dato fuoco come ritorsione per una partita di droga non pagata.

Le indagini sono state condotte, come dicevamo, dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, diretta da Fabio Zampaglione. Al blitz ha partecipato anche il personale della Squadra Mobile di Catanzaro, dei Reparti Prevenzione Crimine di Cosenza e Vibo Valentia, unità cinofile di Vibo Valentia e dal V Reparto Volo di Reggio Calabria. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip di Crotone su richiesta della Procura della Repubblica.