Pasqua. Mezza Italia a tavola con la carne d’agnello

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Resta sempre l’agnello l’alimento che rappresenta le festività pasquali: anche per il 2017 la sua carne rimane quella più servita. Sarà infatti presente in più di una tavola su due (52%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi.

È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè. Il tradizionale pranzo di Pasqua rappresenta un appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori, dal momento che in occasione di questa festività si acquista quasi la metà della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l'anno.

Si tratta quindi di un’occasione per recuperare i piatti della transumanza tramandati da secoli (l’arrosto in Calabria, in Abruzzo l’agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l'abbacchio alla scottadito) con l'effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio.

Per la Coldiretti, quest’anno mangiare carne d’agnello permetterà di salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove, secondo la Coldiretti, solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre #SalvaUnPastore. Il terremoto ha infatti allontanato i turisti e ridotto le spedizioni verso le grandi città come Roma dove storicamente vengono acquistati agnelli del centro Italia di grande qualità.

Così nell’indagine della Coldiretti 1/3 dei connazionali (34%) acquisterà carne d'agnello italiana e il 12% addirittura ha scelto di comperarla direttamente dal produttore mentre solo il restante 6% non è interessato alla provenienza. Per garantirsi acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio della Coldiretti è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile.

Secondo un'analisi sempre dell’associazione sono 60mila gli allevamenti di pecore presenti in Italia, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni di animali, situati in maggioranza in Sardegna. Una tradizione secolare che - conclude la Coldiretti - viene trasmessa da generazioni a generazioni, ma si assiste anche da una crescente presenza di nuovi giovani pastori impegnati a garantire il presidio del territorio.