Operazione “Pony express”, chiesto rinvio a giudizio per 58 persone

Catanzaro Attualità

La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 58 persone tutte rimaste coinvolte nella maxi inchiesta antidroga sfociata nell'operazione nome in codice "Pony express" dello scorso anno. L'indagine, in particolare, ha stroncato un fiorente traffico di droga attivo tra il quartiere Scampia di Napoli e Catanzaro.

Sulla richiesta di mandare gli indagati sotto processo dovrà pronunciarsi adesso il giudice dell'udienza preliminare Livio Sabatini, al termine dell'udienza che avrà inizio il prossimo 4 dicembre a Catanzaro.

Tre i nomi nuovi che compaiono solo adesso, nella richiesta di rinvio a giudizio, assieme ai 55 indagati raggiunti dai provvedimenti cautelari eseguiti con il blitz scattato all'alba del 18 dicembre scorso. Si tratta di Yukun Gao, di 42 anni, Raoul Gualtieri, di 47, e Domenico Viscomi, di 36.

Gli altri 55 indagati per i quali e' stato chiesto il giudizio sono Marco Abbruzzo 29 anni di Davoli Marina (Cz), Rosa Alterio 40 anni di Napoli, Juri Bartolotti 34 anni di Soverato, Maria Berligieri 44 anni di Catanzaro, Roberto Berlingieri 24 anni di Catanzaro, Silvano Berlingieri 37 anni di Catanzaro, Ernesto Bertucci 29 anni di Davoli, Tiziana Bruno 25 anni di Rossano, Massimo Bubba 36 anni di Caraffa, Adalberto Candido 39 anni di Catanzaro, Pasquale Cappellano 38 anni di Catanzaro, Fortunato Castaldo 40 anni di Napoli, Domenico Contarini 38 anni di Catania, Vittorio Cristofaro 41 anni di Satriano, Alessandro Critelli 32 anni di Catanzaro, Fabrizio Santo Critelli 22 anni di Catanzaro.

Stefano Critelli 34 anni di Catanzaro, Shara Cuoci 22 anni di Soverato, Alessandro De Luca 35 anni di Catania, Gino De Zerbi 25 anni di Catanzaro, Domenico Carmelo Di Benedetto 52 anni di Catania, Giuseppe Di Mauro 39 anni di Catania, V.L. 32 anni nato Napoli e residente a Catanzaro, Anna Latelli 26 anni di Lamezia Terme, Sergio Lo Castro 45 anni di Catania, Antonio Longo 32 anni di Davoli, Stefano Longo 20 anni di Soverato, Alison Macri' 23 anni di Catanzaro, Marianna Mamone 23 anni di Catanzaro, Pantaleone Mamone 57 anni nato a Limbadi e residente a Catanzaro, Antonio Mancuso 28 anni di Catanzaro, Gianluca Manno 30 anni di Caulonia.

Antonino Nicolosi 32 anni di Catania, Giuseppe Notaro 23 anni di Soverato, Antonio Passalacqua inteso "Gianluca" 34 anni di Catanzaro, Antonio Passalacqua inteso "Tonino" 24 anni di Catanzaro, Francesco Passalacqua inteso "Franco" 28 anni di Catanzaro, Romina Passalacqua 34 anni di Catanzaro.

Gli altri indagati sono: Mirko Pironaci 24 anni di Montepaone Lido, Romano Ponzo 38 anni nato a Napoli e residente a Petrizzi, Giuseppe Posella 24 anni di Catanzaro, Angelo Raffaele 35 anni di Catanzaro, Claudio Raffaele 44 anni di Catanzaro, Vittorio Raffaele 28 anni di Catanzaro, Alessandro Rotella 28 anni di Satriano, Pasquale Rotundo 21 anni di Catanzaro, Giuseppe Scerbo 32 anni di Satriano, Antonio Silipo 47 anni di Catanzaro, Pietro Silipo 21 anni di Catanzaro, Gianluca Spadea 28 anni di Gasperina, Giovanna Tassone 29 anni di Catanzaro, Pietro Tavano 40 anni di Soverato, Immacolata Veneziano 31 anni di Catanzaro, Giuseppe Turcomanni 24 anni di Soverato e Domenico Mancuso 29 anni di Filandari.

La droga, secondo quanto ricostruito nell'inchiesta partita dopo la morte di un giovane, Vincenzo Gallelli, rinvenuto cadavere a Satriano (Cz) per un mix letale di droga, condotta dai carabinieri e coordinata dai sostituti procuratori Paolo Petrolo e Salvatore Curcio, viaggiava sulla direttrice Napoli-Catanzaro, oppure su quella Napoli-Catania. Due coniugi di Scampia, Fortunato Castaldo, 40 anni, e la moglie Rosa Alterio, 40, sarebbero stati i fornitori ufficiali degli stupefacenti, principalmente eroina, ma anche e soprattutto uno scarto di quest'ultima, il Kobrett, comprati a 12 o 13 euro e rivenduti a 40 o 50 euro.

L'affare era vantaggioso al punto che anche un gruppo criminale di Catania si sarebbe inserito nel giro, utilizzando lo stesso metodo di rifornimento, e cioe' corrieri che facevano la spola tra Napoli la Calabria e la Sicilia, in auto, in treno, e con qualunque altro mezzo che potesse passare inosservato - da qui il nome in codice dell'operazione -.

Per quanto riguarda il capoluogo calabrese, il narcotraffico sarebbe stato in mano a quattro bande, facenti capo in prevalenza a rom, e precisamente ai Passalacqua, Berlingieri, Critelli e Raffaele. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, e ad alcuni rom è contestata anche l'associazione armata, dal momento che nel corso di alcuni controlli sono stati sequestrati anche fucili, pistole e munizionamento.