Concluso il Corso di Editoria Digitale di Calabria Formazione onlus

Cosenza Attualità
Claudio Cordova

Il ciclo di otto incontri programmati all’interno del Corso di Editoria Digitale organizzato dall’associazione Calabria Formazione onlus, con la collaborazione della Biblioteca Comunale, il patrocinio della Provincia di Reggio Calabria e la sponsorizzazione di Creative 3.0, si è concluso lo scorso giovedì 9 marzo con il seminario dal titolo “Giornali Digitali” tenuto dal dott. Claudio Cordova, giornalista e direttore responsabile del quotidiano online Il Dispaccio.

Dopo aver esaminato nell’ordine i fondamenti dell’Editoria Digitale e dei linguaggi di composizione tipografica, gli aspetti legali, economici e sociali dell’editoria elettronica, i software di impaginazione, le procedure pratiche di creazione di un e-book ed i punti di vista degli editori cartacei e dei tipografi, in quest’ultimo conclusivo incontro, il dott. Cordova, con un eloquio coinvolgente e colloquiale, ha brillantemente descritto gli approcci, le metodologie e le potenzialità dell’informazione online e più in generale delle nuove forme di comunicazione che ritiene siano ormai decisamente superiori al giornalismo tradizionale della carta stampata in quanto molto più efficaci, immediate, dirette e adeguate ai tempi.

“Non è più pensabile – ha detto Cordova – credere che qualcosa accada stamattina alle 8 ed io debba aspettare di leggerlo la mattina successiva su un quotidiano cartaceo”.

Secondo Cordova, la crisi della carta stampata non è causata, come comunemente si pensa dall’avvento di internet, ma piuttosto dal fatto che i giornali tradizionali, da tempo, hanno abdicato al loro ruolo naturale di fornire informazione, cosicché possono sperare di sopravvivere solo se si riformano, rinunciando al settore delle news per il quale sono funzionalmente inadeguati rispetto ai più moderni mezzi di comunicazione, concentrandosi invece sui campi delle inchieste e dei reportage. Una trasformazione che, però, non deve destare preoccupazioni e timori perché riguarderà solo alcune delle professioni coinvolte e non certo l’essenza del giornalismo. “Si pensi, ad esempio – ha aggiunto Cordova –, che quando nel 1455 Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili non scomparve certo la scrittura ma semplicemente la figura degli amanuensi. C’è poi un fatto specifico, avvenuto nel 1998 negli Stati Uniti, che ha segnato marcatamente lo spartiacque tra l’informazione cartacea e quella online ed è precisamente il cosiddetto “sexgate”, meglio noto come “caso Lewinsky”. La famosa rivista NewsWeek, che era a conoscenza del rapporto extraconiugale tra l’allora presidente americano Bill Clinton e la sua stagista ventiduenne Monica Lewinsky, stava lavorando da mesi ma forse con eccessiva prudenza, raccogliendo informazioni e controllando le fonti in ottemperanza alle migliori regole del giornalismo tradizionale e non aveva ancora pubblicato nulla a riguardo, fino a quando Druge Report, un piccolo blog personale che pubblicava gossip (qualcosa di simile, per certi versi, al nostro Dagospia), nella tarda serata del 17 gennaio del 1998, non solo diede la notizia dello scandalo sessuale, pur con qualche inesattezza, ma scrisse anche che NewsWeek si era astenuta dal pubblicarla, sebbene la seguisse da tempo. Da quel momento in poi, tutte le principali testate tradizionali, cartacee e non, si trovarono giocoforza costrette a pubblicare la notizia riprendendo, più o meno integralmente, gli articoli anche piuttosto scabrosi, di quel piccolo blog personale.”

Cordova, che nonostante la sua giovane età, ha ormai una decennale esperienza professionale, maturata praticamente in tutti i settori dell’informazione – dalla radio, alla carta stampata, fino al giornalismo online al quale è infine approdato – ha approfittato dell’occasione per compiere una breve disamina critica del mestiere di giornalista, una professione che – indipendentemente dal mezzo impiegato – richiede qualità tecniche e doti etiche che non sono certo patrimonio di tutti. Se, infatti, è vero che al giorno d’oggi, in quella che viene ormai definita epoca del “citizen journalism”, ognuno di noi, grazie ai social network ed alle connessioni globali, è ormai a tutti gli effetti un fornitore di informazioni – o meglio di “input di informazioni” – avendo la possibilità di riportare e trasmettere con estrema facilità dati, foto e video di eventi dei quali è spettatore o protagonista e che, sempre più spesso, vengono poi reimpiegati dai media tradizionali, è altrettanto vero che è prima di pubblicare una notizia è necessario l’intervento preliminare di un professionista per verificarle, controllarne l’eticità (si pensi ad esempio alle notizie dei suicidi di persone non famose che un vero giornalista non riporterebbe mai) e, perché no, renderle maggiormente fruibili ed interessanti.

“Un giornale – ha detto Cordova, ricordando la frase di un famoso giornalista inglese – ha tre funzioni: deve informare, interpretare e divertire e nell’assolvere a queste funzioni – ha aggiunto – gioca da sempre un ruolo importante nell’azione di contrasto al potere, come ha dimostrato il caso del celebre rapporto sul caso Calipari fornito dalla Difesa dagli Stati Uniti alla stampa ufficiale con diversi omissis che sono poi stati rimossi piuttosto semplicemente dal blog indipendente Macchianera, il quale per primo ha pubblicato il documento in maniera integrale.”

Se dunque è vero che la tecnologia aiuta il giornalista contemporaneo nel fornire notizie con sempre maggiore tempestività e nell’interagire in tempo reale con il lettore, raccogliendone i feedback sui social o, come fa proprio il Dispaccio, tramite un sistema di broadcasting su WhatsApp che segnala agli utenti iscritti (ovviamente in maniera gratuita) la pubblicazione di nuovi articoli di loro potenziale interesse, è però altrettanto vero che, ancora oggi, il mestiere di giornalista si esercita prendendo appunti a mano sulla Moleskine ed è in larga parte basato sulle qualità personali e sul proprio bagaglio di competenza, sensibilità e cultura. Non a caso, quello che Cordova stesso giudica essere uno dei più grandi scoop degli ultimi vent’anni, ossia la notizia dell’annuncio delle dimissioni di papa Ratzinger del 2013, venne raccolta e data per prima dalla vaticanista dell’agenzia giornalistica Ansa, Giovanna Chirri, la quale, partecipando assieme a pochissimi colleghi, ad uno degli usuali concistori tra cardinali, un evento di scarsissimo appeal mediatico che si svolge interamente in latino, esclusivamente in virtù dei suoi studi classici, riuscì a comprendere e riportare la flebilissima voce del papa che pronunciava la formula di rinuncia al pontificato.

Alla fine dell’interessantissimo seminario che si è anche prolungato con domande ed interventi del pubblico, Giorgio Nordo ha ringraziato il dott. Cordova e a nome di Calabria Formazione gli ha consegnato una pergamena quale riconoscimento per l’impegno e la professionalità profuse nella sua qualità di relatore.

Il prossimo giovedì 13 marzo all’ormai consueto orario delle 16:30 e sempre presso i locali della Villetta De Nava, in Via Demetrio Tripepi, 9 si terrà, invece, la conferenza stampa conclusiva con una presentazione dettagliata dei risultati e dell’esperienza del corso e, in quell’occasione, avverrà anche la consegna dei certificati di partecipazione ai corsisti che hanno portato a compimento il ciclo di seminari.