Nel carcere di Lamezia la sede del Provveditorato. Pd: ognuno faccia la sua parte

Catanzaro Attualità

"Le notizie apparse in questi giorni sui mezzi d’informazione - scrivono in una nota i consiglieri comunali Mariolina Tropea, Nicola Mastroianni e Pino Zaffina del Gruppo consiliare del Pd di Lamezia Terme - riportano in primo piano il tema sull’ubicazione della sede del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Calabria".

I tre Dem si riferiscono al fatto che la città, da qualche anno, ha visto la chiusura del carcere locale, dopo che il Ministero della Giustizia, nella stessa struttura, aveva precedentemente effettuato dei lavori di miglioramento e messa in sicurezza della struttura.

“Alle legittime dimostranze della cittadinanza e del personale del penitenziario lametino - affermano - era stata chiara e netta la risposta da parte, sia del Ministero: nella struttura dell’ex carcere circondariale sarà collocata la sede del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, che era ed è attualmente alloggiato in locali non idonei, con tanto di canone di locazione da pagare”.

“Decisione - evidenzia il Gruppo consiliare PD - che certamente non ripagava per la chiusura di un carcere storico in una città con gravi problemi delinquenziali e sede del Tribunale, ma che in ogni caso mirava a mitigare gli effetti negativi della soppressione della casa circondariale sull’economia cittadina. Oggi oscuri disegni mettono seriamente in discussione quanto già deciso e assunto. Si abbandona all’oblio l’ex carcere di Lamezia e si va alla ricerca affannosa in altra città della sede del Provveditorato, per lasciare Lamezia sempre più povera e isolata”.

Tropea, Mastroianni e Zaffina chiedono in modo fermo e determinato che ognuno svolga la sua parte: che l’amministrazione cittadina si interfacci da subito con la dirigenza generale del Provveditorato regionale per dare possibile disponibilità; che il presidente della provincia di Catanzaro indichi i locali ubicati in Lamezia di proprietà dell’Ente provinciale che siano idonei allo scopo; che la Deputazione regionale e nazionale interroghi il Governo nazionale sulle ragioni del cambiamento di decisione.