Sbarco a Reggio, fermati due nigeriani: accusati di essere gli scafisti

Reggio Calabria Cronaca

Due cittadini extracomunitari, di origine nigeriana, Samuel Peter e Usunobun Innocent, entrambi di 28 anni, sono stati raggiunti da un fermo di indiziato di delitto con l’accusa di essere stati al comando dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti sbarcati nel porto di Reggio Calabria nella mattinata del 15 gennaio scorso, dopo essere stati soccorsi in mare da una motovedetta della Marina Militare Inglese, al largo delle coste libiche.

Al fermo, eseguito, dalla quadra mobile del capoluogo, si è giunti al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Il reato contestato è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: in pratica si sarebbero associati tra loro e con altri soggetti ancora non identificati, per assicurare l’ingresso illegale sul territorio Italiano utilizzando dei mezzi di trasporto sia terreste che navale.

Secondo l’accusa avrebbero reclutato le persone interessate ad entrare nel nostro paese e facendosi pagare; avrebbero organizzato ed eseguito insieme ad altri, in tutte le fasi, il successivo trasferimento verso le nostre coste, attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi. Inoltre, tra i loro compiti vi sarebbe stato quello di fungere da scafista e addetto al governo dell’imbarcazione.

Ai due nigeriani sono stati inoltre contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché, in concorso, hanno condotto dalle coste libiche verso il territorio italiano un’imbarcazione a bordo della quale viaggiavano parte dei migranti giunti al porto di Reggio Calabria, procurando in tal modo l’ingresso illegale di stranieri.

Dalla ricostruzione dei fatti da parte dei poliziotti della Squadra Mobile, emergerebbe che i migranti che erano a bordo dell’imbarcazione di soccorso, un barcone in legno, dopo aver pagato un’ingente somma di denaro agli organizzatori del viaggio, siano partiti dalla Libia, per la precisione da Sabratha, circa 5 ore prima di essere soccorsi. Il tutto, con insufficienti scorte di cibo ed acqua ed in precarie condizioni igienico-sanitarie.

Nel corso delle attività investigative, inoltre, è stato sequestrato del materiale ritenuto utile per il prosieguo delle indagini, al fine di identificare gli organizzatori, i finanziatori e gli altri complici del traffico di esseri umani.

Il 18 gennaio scorso, il fermo dei due stranieri è stato convalidato dal Gip di Reggio Calabria che ha disposto nei loro confronti la custodia in carcere.

L’attività istruttoria ha fatto infine registrare una nota di umanità. Uno dei migranti sentiti dalla Mobile per ricostruire i contorni del viaggio, all’ultima domanda dall’investigatore che gli chiedeva se avesse altro da aggiungere al suo racconto, avrebbe risposto che intendeva soltanto ringraziare gli italiani per l’accoglienza e la solidarietà mostrate nei suoi confronti e dei suoi connazionali.