Ospedale di Reggio. Confintesa: “mancanza personale, situazione pericolosa”

Reggio Calabria Salute

La situazione della mancanza di personale infermieristico e Oss nel Grande ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, starebbe diventando “estremamente pericolosa per la sicurezza dei pazienti e la salute degli operatori”: lo sostiene Anoldo, responsabile regionale Confintesa sanità spiegando che in tutte le Unità Operative “ci sono buchi nella dotazione organica e il personale infermieristico viene costretto a orari massacranti per riuscire a coprire a turni di lavoro. I turni del personale sono infatti coperti ricorrendo a forzature della normativa che fanno sì che gli infermieri non possano godere dei riposti previsti”.

Anoldo fa poi notare che solo al Blocco Operatorio, “sono 10 gli infermieri che mancano: questo comporta un numero esiguo di personale in servizio durante le sedute operatorie e un elevato carico di turni di pronta disponibilità (fino a 15 gg contro i 6 previsti dal contratto) che incidono in modo importante sulla stanchezza degli operatori. Le carenze di Organico Riguardano la Centrale di Sterilizzazione il Pronto soccorso, all’Utic e Persino Nella Tanto discussa Cardiochirurgia dove ormai si fa spesso Ricorso al lavogo straordinario. È bene sgombrare subito il campo da equivoci e falsità su un punto molto importante: la carenza di personale infermieristico non può essere assolutamente addebitata ad assenze per permessi sindacali, legge 104, maternità non sostituite e malattie”.

Il responsabile di Confintesa di dice poi “fermamente convinto della necessità di non abusare dei permessi e, anzi, sollecitiamo la AO a mettere in atto i dovuti controlli per verificare se sussistano casi del genere. Ma con altrettanta fermezza sottolineo come a molti dipendenti siano addirittura negate le ferie (esistono casi di infermieri con ferie arretrate del 2014), i permessi per la formazione e i riposi compensativi obbligatori”.

“Inoltre - continua Anoldo - è più facile sopperire al numero ridotto di medici rispetto alla carenza di infermieri, questo per un motivo ben preciso: i medici ricevono incentivi economici ben pagati per svolgere i rientri al contrario degli infermieri, ai quali si chiedono sacrifici ricompensati con lacrime e sangue. Innegabili sono le responsabilità dell’azienda, sintetizzabili nella mancanza di programmazione e in una serie di interventi non lungimiranti nel tentativo di risolvere il problema della carenza di personale”.

Altra questione che da anni non avrebbe trovato soluzione, secondo la confederazione sono le “decine di Coordinatori Infermieristici facenti funzioni che vanno ad impegnare altrettanti Infermieri per funzioni di coordinamento senza averne i Requisiti. In questa situazione emerge chiaramente l’assenza della figura del Dirigente Infermieristico: augurandomi che l’azienda voglia al più presto costituire una Unità Operativa Complessa del comparto in modo da sottrarre le decisioni sul personale alla dirigenza medica".