Veglia di preghiera per le vittime della ‘ndrangheta

Reggio Calabria Attualità

Una veglia di preghiera presieduta da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini per le vittime della ‘ndrangheta e il risveglio delle coscienze. È l’iniziativa promossa dai religiosi e religiose dall’arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova che si svolgerà nella Basilica dell’Eremo, il prossimo 13 gennaio alle 19.30. Il tema scelto è tratto da un versetto del libro dei Salmi: “Giustizia e pace si baceranno” (Sal 85,11) dove vengono descritte una giustizia e una pace che sono anzitutto attributi divini, qualità di Dio ed è la sua presenza in mezzo agli uomini che permette loro di dispiegarsi nella storia dell’uomo.

I Religiosi e le Religiose dell’Arcidiocesi hanno sentito l’esigenza di promuovere – come avviene ormai da anni - la veglia di preghiera per le vittime della ‘ndrangheta e il risveglio delle coscienze. Un invito, dunque, a riscoprire il valore e l’importanza dell’intercessione come Chiesa, sapendo che la preghiera arriva al cuore di Dio e solleva l’uomo dalle sue miserie e fragilità. La veglia è un’occasione preziosa per sensibilizzare le coscienze e ricordare che la legalità è un’esigenza che riguarda tutti, per questo, con speranza, bisogna perseverare nel desiderio che il male venga sconfitto dal bene. Atteso già dal mese di novembre, il momento di preghiera, si inserisce nel contesto del lavoro quotidiano che la Chiesa svolge per la costruzione di una società fondata sulla giustizia nel territorio reggino.

“La veglia di preghiera per le vittime della ‘ndrangheta e il risveglio delle coscienze nasce in diocesi da una maturazione della Cism e dell’Usmi diocesane che hanno visto nel compito dei consacrati un ruolo profetico ma incarnato”, afferma don Vittorio Quaranta, segretario diocesano della Cism. “L’apporto specifico che noi come consacrati possiamo dare a questa piaga del nostro territorio è proprio quello di tener viva la speranza attraverso la preghiera, certi che la fede grande quanto un granello può sradicare il gelso e buttarlo nel mare, dove non potrà più attecchire. Cristo l’ha fatto con il peccato e la morte, noi possiamo farlo anche con la ramificata malavita”. L’iniziativa, nata dall’intuizione delle suore, si è poi estesa a tutti i consacrati presenti nella diocesi reggina, i religiosi, le religiose, gli Istituti secolari e l’Ordo Virginum, “che promuovono questa veglia come servizio a tutta la Comunità”. “Affronteremo proprio questi due grandi temi della giustizie e della pace, cercheremo di mostrare i segni di speranza con il quale si cerca di ridare giustizia a questa terra, ma senza fare giustizialismo.