Castorino: sconfitta al referendum, Pd analizzi le cause

Calabria Politica

"Il risultato del referendum costituzionale, che ha visto la maggioranza degli elettori pronunciarsi a favore del no, deve portare il Partito democratico ad effettuare un’analisi approfondita sulle cause di un risultato sicuramente inaspettato rispetto alle previsioni meno incoraggianti effettuate da tutti noi del fronte del si". E' quanto scrive il Capo gruppo del Pd al Comune di Reggio Calabria.

"La sconfitta subita - continua la nota - deve condurre il Partito democratico a valutare e considerare non solo l’insoddisfazione nei confronti della politica da parte della maggioranza degli italiani ma anche quella disaffezione, soprattutto giovanile, che ha dato origine a pericolosi populismi. Ritengo che il rilancio del partito dovrà partire proprio dall’esito scaturito dal referendum perchè dare nuova linfa e maggiore vigore ad un partito che, nonostante la sconfitta, nella sfida complessiva ha raggiunto un consenso del 40% dei cittadini, rappresenta un presupposto essenziale da cui partire. Individuare, attraverso un’ampia, articolata, serena, costruttiva e omogenea discussione all’interno del partito nuove prospettive di lavoro e un nuovo indirizzo politico per meglio radicare e diffondere l’attività del partito, rappresenta un obiettivo necessario e inevitabile anche per fronteggiare il pericolo di consegnare il Governo del paese a quelle degenerazioni populiste incarnate dal movimento 5 stelle o peggio ancora della destra sociale. Trovo che la soluzione individuata dal Segretario nazionale, Matteo Renzi nel corso della recente assemblea nazionale del Partito di puntare sui sindaci, prima frontiera di democrazia, come presupposto importante per rilanciare l’attività del Pd, rappresenti una intuizione e una strategia politica condivisibile, poiché sono proprio i Sindaci, attraverso il rapporto diretto che hanno con i cittadini, che conoscono meglio e più di tutti i problemi e le esigenze delle comunità amministrate. Una politica verticistica e lontana da quei bisogni che i cittadini quotidianamente lamentano e rappresentano, non ha motivo di esistere anche perché la democrazia diventa autenticamente rappresentativa quando si stabilisce un rapporto diretto e costante con i medesimi cittadini. La questione meridionale, nonostante i numerosi studi e approfondimenti di natura storica e sociologica e le promesse politiche registrati nel tempo verso una sua definitiva soluzione, rimane ancora una questione aperta nel senso che nel nostro paese vi sono due Italie che camminano a velocità differenti: da una parte il Nord ricco e produttivo, dall’altra parte il Sud con una economia lontana da logiche di autentico sviluppo e di mercato".

"E’ vero che il Mezzogiorno è stato assente quando in Occidente si sono verificati i fatti storici più importanti dell’età moderna; che è stato assente nel ‘600 quando si è verificata la rivoluzione scientifica con la quale è cambiata l’immagine del mondo; che è stato assente quando nel ‘700 si è avuta la rivoluzione industriale con l’utilizzo della macchina nella produzione, ma questi ritardi ed errori storici non possono continuare ad essere un alibi per mantenere il sud in una condizione di sottosviluppo e emarginazione. Il mezzogiorno e la Calabria in particolare, per parecchi anni sono stati destinatari di finanziamenti da parte dello Stato per realizzare opere e progetti che si sono trasformati in veri e propri cattedrali nel deserto senza risolvere nessun problema. In tutto il mezzogiorno vi sono opere iniziate e mai finite che alla collettività sono costati tanti soldi e che sono servite unicamente ad arricchire le varie consorterie mafiose. Il periodo dei finanziamenti a pioggia per fortuna è terminato anche a seguito di una crisi economica che non consente più sprechi di risorse. Bisogna liberarsi da quella cultura medievale che per molto tempo ha avuto un aspetto dominate ed ha contribuito a impoverire l’economia dell’intero mezzogiorno. Investire risorse su tutto il Sud attraverso l’affermazione di una politica attenta a sfruttare le particolari risorse che ogni territorio possiede tenendo conto delle logiche di mercato e di una politica volta a potenziare la mobilità, rappresenta la condizione indispensabile e necessaria per rilanciare l’economia di una terra ricca di risorse e potenzialità. Favorire e stimolare la nascita dì una cultura che sia capace di guardare all’azione, all’organizzazione, al progetto e all’innovazione del mezzogiorno deve rappresentare un obiettivo importante e prioritario sia per il Partito democratico sia per il Governo Nazionale".

"Oggi, le zone ricche e industrializzate dell’Europa, esercitano una evidente e manifesta attrazione nei confronti delle nuove generazioni perché offrono molteplici possibilità di lavoro. Bisogna cercare di invertire questa tendenza e fare in modo che i giovani trovino nella loro terra le condizioni per rimanere e realizzare i loro sogni e le loro ambizioni di vita e di lavoro. Il Sud può e deve diventare una zona del paese economicamente rigogliosa se il Governo, con la collaborazione delle istituzioni locali, riesce a mettere in moto un meccanismo di sviluppo virtuoso e lontano da interventi e soluzioni tampone. Guardare alla nascita di una nuova classe dirigente capace di lavorare in collaborazione e sinergia con i sindacati, tenendo in considerazione le esigenze profondamente avvertite dai cittadini e delle realtà produttive del territorio attraverso un agire fondato sulla capacità di elaborare idee e progetti lungimiranti e di spessore, rappresenta la sfida futura del partito democratico. Sta proprio nella nascita di una nuova classe dirigente la possibilità di produrre nel paese un reale mutamento di tendenza attraverso una fase progettuale volta ad effettuare quelle riforme che il paese e i cittadini si aspettano e che al tempo stesso riescano a fronteggiare la nascita di populismi che una flottiglia di pressappochisti è riuscita abilmente a sfruttare".

"Anche perché, consentire che le sorti del paese possano essere gestite dal movimento 5 stelle, rappresenta una disfatta non solo per l’Italia ma anche per il Partito democratico e per la nostra generazione che responsabilmente è in campo per cambiare le cose".